La riapertura degli stadi ai tifosi per il campionato di Serie A sembra un miraggio: il premier Conte, d’accordo con il Cts, continua a opporsi
L’amichevole tra Sampdoria e Alessandria è stata a porte aperte, così come le amichevoli del Napoli in ritiro e come sarà l’amichevole tra Parma ed Empoli al Tardini. La riapertura, parziale, degli stadi per il campionato, però, sembra un miraggio.
Il premier Conte è stato chiaro nelle sue dichiarazioni: “Nello stadio l’assembramento è inevitabile: l’apertura la trovo inopportuna“. Le parole del presidente del Consiglio, condivise anche dal Ministro della Salute Speranza, hanno trovato appoggio sia nel mondo del calcio che in quello medico. Renzo Ulivieri, presidente dell’Associazione Italiana Allenatori dà il suo sostegno: “Le cose si prova a farle cercando di mantenere la salute di tutti. Io mi rifaccio a quello che ci dicono gli esperti, questa non è una questione politica”.
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C’è poi Silvio Busaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità, che mette in guardia dai raduni di massa: “Sono considerati al mondo come il massimo livello di rischio. Ci sono una serie di problemi nel gestire l’ingresso e l’uscita delle persone”.
La questione stadi divide. C’è infatti chi, come Matteo Salvini, ritiene che, soprattutto in stadi grandi, si possano fare entrare almeno 10mila persone. E poi Sinisa MIhajlovic, per cui il calcio senza tifosi non è uno spettacolo, e infine il presidente della Serie C Ghirelli. Ghirelli lancia un appello direttamente al presidente Conte: “Venga con noi a vedere
se è possibile, come sosteniamo, riaprire agli abbonati. Per noi le due fonti di finanziamento sono sponsor e botteghini: ambedue con la chiusura sono andati in crisi”.