Il direttore del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Iss, Giovanni Rezza, conferma la linea di cautela: “Serie A? Si tratta di uno sport di contatto, necessari controlli assidui”.
“Quella sulla ripresa del campionato era una domanda seria e ho risposto in maniera seria”. Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Iss, non cambia idea, non può farlo.
“Oggi c’è lockdown totale – continua a Kiss Kiss – come si può pensare alla riapertura del campionato ora? E’ chiaro che se in qualche modo si pensa di riaprire, allora verrà valutato e si applicheranno protocolli di sicurezza sanitaria. Molto dipenderà anche da ciò che verrà deciso a livello europeo, penso alle coppe europee. Abbiamo vissuto momenti drammatici in alcune parti d’Italia”.
L’Istituto superiore di sanità conferma la linea di cautela sulla ripartenza del campionato: “Si tratta di un gioco che mette a contatto gli atleti. Se si giocasse sarebbe bene farlo a porte chiuse. Nel momento in cui decidessero di ricominciare, ci sarebbe bisogno di grandissimi controlli molto assidui. Bisogna capire cosa succede anche a livello europeo. Ci sono dunque una serie di problemi molto complessi, una scelta che comunque a me lascia molto perplesso non per il campionato italiano ma per l’Europa in generale”.
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Poi ancora: “Non le decido io certe cose, ma qualora il governo decidesse di riaprire anche alcune attività ricreative, come quelle sportive, allora l’importante è che si facciano con la massima sicurezza. La decisione spetta alla politica, grazie alla consulenza del comitato scientifico. Il calcio è un settore sportivo tra i più ricchi e la gente è molto interessata, nel momento in cui si è chiuso il campionato, ognuno di noi si è sentito smarrito. Però vorrei ricordare di Atalanta-Valencia che ci sono stati episodi che hanno drammatizzato la situazione, perciò parlo di massima sicurezza possibile per minimizzare i rischi…”.