Marco Paoloni, squalificato dopo lo scandalo del calcioscommesse del 2011, ha affermato di aver giocato insieme ad attuali calciatori di Serie A
Lo scandalo legato alle scommesse nel mondo del calcio può allargarsi ancora. Finora ne hanno fatto le spese Nicolò Fagioli, che ha pres 7 mesi di squalifica, e Sandro Tonali, che punta a patteggiare per 10 mesi. Le dichiarazioni di Marco Paoloni, però, potrebbero cambiare ancora una volta le carte in tavola.
L’ex portiere della Cremonese, implicato nella Scommessopoli del 2011, ha dichiarato di aver giocato con attuali calciatori della Serie A durante la trasmissione “Avanti Popolo” su Rai 3:
Ho scommesso con calciatori che giocano ancora in Serie A e altri che sono oggi in Federazione. Non andavo in giro col registratore, ma avrei le prove. Mi hanno criticato sui giornali, ma i primi erano loro. Io all’epoca giocavo sui siti illegali, come tanti altri, ma di questo non si parlò. Questa cosa non uscì, questo problema dell’illegalità dei siti non venne fuori.
Scandalo calcioscommesse, Marco Paoloni: giocavo su tutto
Scandalo calcioscommesse, Marco Paoloni: ho scommesso con calciatori di Serie A
LEGGI ANCHE Sampdoria, l’autobiografia di Liam Brady: la scelta di Genova e i litigi con Mancini…
Paoloni, portiere con una carriera tra la Serie C e la Serie B, nel 2011 fu arrestato nell’ambito delle indagini della Procura di Cremona per partite truccate tra Serie B e Lega Pro. Mise dei calmanti nelle borracce dei compagni della Cremonese nella partita contro la Paganese, prendendo 5 anni di squalifica.
Ne 2016 fu radiato dalla Figc, salvo poi essere assolto nel 2019 dalla giustizia penale. A Corriere della Sera aveva dichiarato di giocare su tutto. Dal poker fino alla Serie A, con uno stipendio da 200.000 euro all’anno:
Ero compulsivo, giocavo su tutto: poker online, tennis, basket, anche serie A e Coppe europee. Ma non mi sono mai venduto una partita, mai. In tre anni ho giocato circa 600 mila euro mentre guadagnavo uno stipendio da “200 mila all’anno.
Ho iniziato ad Ascoli con un compagno di squadra che mi fece vedere un sito, un po’ come Fagioli con Tonali. Io non lo sapevo ma dietro c’era la malavita, tutto partiva da Singapore. La psicologa mi disse: ‘Non so come tu non ti sia suicidato’. Avevo perso lavoro e famiglia, è stata dura.