Scandalo calcioscommesse, Gravina difende l’operato della Figc e accusa di ipocrisia lo Stato, che guadagna sulle giocate legali, mentre la ludopatia è un problema sociale
Gabriele Gravina non si dimette. Il vertice della Figc non rassegnerà le proprie dimissioni, che qualcuno chiedeva in seguito al fulmine dello scandalo calcioscommesse che ha colpito la Serie A e gli Azzurri di Luciano Spalletti. Non lo farà perché non ritiene di essere responsabile. Anzi, a margine dell’evento “Italia-Inghilterra, derby d’Europa” all’Ambasciata italiana a Londra, dove tra poche ore giocheranno le due Nazionali, ha difeso l’operato della Federazione.
Gravina infatti si è detto dispiaciuto per i ragazzi, ma comincia precisando che quella delle scommesse è una piaga che riguarda tutti, non solo il calcio italiano:
Come Presidente Federale tra un po’ sarò responsabile anche del buco dell’ozono… Ma la verità è che da presidente federale non mi sento molto coinvolto. Io sono dispiaciuto dal punto di vista umano, questi ragazzi sono per me dei figli e non possono diventare carne da macello. La modalità in cui vengono esposti alla mercé di tutti non è da paese civile.
La ludopatia è una piaga sociale, non è un problema del calcio italiano. Abbiamo un milione e 300mila tesserati, è chiaro che può essere coinvolto qualcuno di loro. Chi ha sbagliato deve essere punito, ci stiamo adoperando affinché emerga il tutto con la massima chiarezza. La punizione sarà una punizione afflittiva, ma chi ci chiederà aiuto verrà aiutato. La Federazione deve accompagnare questi ragazzi in un processo di guarigione, noi dobbiamo avviare un processo di recupero di questi ragazzo che è fondamentale
Scandalo calcioscommesse, Gravina attacca lo Stato: “Noi puniamo e rieduchiamo, loro legalizzano e pubblicizzano”
Scandalo calcioscommesse, Gabriele Gravina: non mi sento responsabile. Lo Stato invece…
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La Federazione è in campo per punire chi sbaglia e rieducare aiutando chi ha bisogno e bussa alla porta. Ecco i motivi per cui Gravina scagiona se stesso e gli organi del calcio italiano. Mentre attacca lo Stato, che invece autorizza, e per giunta pubblicizza, le scommesse legali, di fatto invitando a giocare:
Per la legislazione italiana, questi ragazzi possono scommettere su Inghilterra-Italia di stasera, ovviamente su piattaforme legali. Questi ragazzi vengono puniti perché noi, nelle nostre forme della FIGC, l’abbiamo inserito nel nostro ordinamento. Una sanzione di 3 anni e almeno 25mila euro di multa. Oggi vediamo una contraddizione incredibile: c’è una continua campagna pubblicitaria da parte di chi invita a giocare. Io invece sono impegnato a spiegare ai ragazzi di non giocare attraverso corsi che facciamo puntualmente. I giocatori, le nazionali giovanili, gli arbitri, sono tutti coinvolti in questi corsi. Perché non rileviamo questa contraddizione? Non possiamo essere ipocriti nel nascondere il fatto che esista una piaga sociale, i giovani se scommettono devono essere puniti anche a livello di giustizia ordinaria. Non ci tiriamo indietro, noi questi ragazzi non li abbandoneremo mai