Tra dipinti e allenamenti passa la quarantena di Lorenzo Tonelli: il difensore, che non figura tra i contagiati dello spogliatoio della Sampdoria, racconta il suo periodo di isolamento
“Ho voluto fortemente la Sampdoria. Avevo lasciato qualcosa di incompiuto. Volevo dimostrare che si erano sbagliati sulle mie condizioni fisiche”. Così parla Lorenzo Tonelli al Secolo XIX. Arrivato nel mercato di gennaio e subito diventato leader della difesa blucerchiata: “Cerco di dare sempre il massimo e se questo viene preso come esempio sono orgoglioso. Il mio ruolo e il mio lavoro lo interpreto sempre così”.
Il difensore, però, è stato costretto a fermarsi subito, come tutti, a causa dell’emergenza Coronavirus. Tonelli non figura tra i positivi della Sampdoria e affronta la quarantena in modo positivo: “Non mi faccio prendere dal panico, ma c’è preoccupazione, soprattutto per i miei figli. Passo molto tempo con loro e in più mi sono messo a dipingere…un disastro”.
Il discorso, poi, si sposta sul campionato: “Sento che si vuole proseguire, ma tutto deve essere fatto in sicurezza. Per noi calciatori e per i tifosi”.
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Tonelli, in passato, ha dovuto affrontare diversi infortuni, restando fermo anche per diversi mesi. Questa, però, è una situazione totalmente diversa: “L’incertezza crea anche uno stop a livello mentale. Quando si è infortunati si pensa a rientrare il prima possibile, ora si cerca solo di mantenere la condizione fisica. Prepararsi senza sapere quando rientrare è dura”.
A proposito di condizione fisica: “È impossibile restare in forma così a lungo, ma con qualche attrezzo si può fare un allenamento quotidiano. Abbiamo programmi personalizzati, la società sta facendo un grande sforzo per farci lavorare da casa”.
In questi giorni sta tenendo banco anche la questione del taglio degli stipendi: “Trovo inopportuno parlare pubblicamente di soldi in questo momento. Ognuno deve fare la sua parte. Nel calcio, come in altri sport, ci sono diversi livelli di retribuzione: ci sono atleti che guadagnano stipendi simili a quelli dei lavoratori comuni. Non dimentichiamolo”.