La sconfitta della Sampdoria è figlia e vittima ancora una volta delle scelte di Claudio Ranieri e poi c’è la delusione Keita Balde…
Innanzitutto, tutta la mia ammirazione per Rino Gattuso.
Vabbè che ha il sangue caldo e che mangia tanto peperoncino e se non ricordo male l’ha pure raccontato in qualche intervista, anche con un interessante passaggio sulla ‘nduja. Vabbè che, urlando in continuazione, si scalda automaticamente, quasi per autocombustione e che per qualsiasi allenatore del Napoli la convivenza con Aurelio De Laurentiis fa sempre venire caldo, un po’ come il vecchio spot: “Antò, fa caldo…”.
Ma persino l’11 aprile, sferzato da raffiche di vento gelido che sembra di essere a Natale, il Ferraris riesce ad essere il posto più freddo esistente in natura, con le mie dita che stanno battendo sui tasti ridotte a stalattiti.
Ecco, in questo quadro, Gattuso sta per tutto il tempo in piedi davanti alla panchina in maglietta e jeans neri, con sopra solo una giacchetta. Ovviamente svolazzante in mezzo alla tramontana.
Ma, ammesso che sia un errore di outfit, è l’unico errore del pomeriggio di un Napoli bellissimo, soprattutto in palleggio, persino negli spazi stretti. Il goal di Fabian Ruiz è un piccolo capolavoro dopo sei tocchi sei.
E se gli azzurri (con la maglia biancazzurra a strisce larghe verticali, omaggio all’Argentina di Diego Armando Maradona) hanno un limite è solo quello di guardarsi troppo allo specchio, di essere troppo belli, troppo alla ricerca della bella giocata e del bel goal.
Una squadra tanto bella, tanto elegante, tanto tecnica, tanto capace di palleggio. A tratti, sembrava di vedere la squadra di Maurizio Sarri e per me significa il Calcio.
E, diciamolo onestamente, al netto del goal annullato a Thorsby dopo il controllo al Var, i due goal di differenza sono anche pochi rispetto a quello che si è visto in campo. Con Ospina che non è mai stato chiamato ad interventi importanti e Audero che a mio parere è stato il migliore in campo della Sampdoria. Con un Gabbiadini che almeno ci prova sempre.
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Il resto è l’ormai indifendibile Ranieri che, a mio parere, ha iniziato il lungo addio a questa Sampdoria. Anche con scelte quantomeno strane, quando addirittura non sbagliate anche dal punto di vista del futuro. Come l’incomprensibile decisione di non far giocare uomini che sono un patrimonio della società. A partire da Verre, che ha appena rinnovato, per mettere dentro per l’ennesima volta Keita Balde che a mio parere si dimostra il peggior giocatore che abbia mai indossato la maglia blucerchiata.
Lo so, è un paradosso, è chiaro che si è visto molto di peggio. Ma un giocatore comunque dotato di grande classe così sopraffina, è ancora più colpevole se indisponente, irritante, dannoso per la squadra (anche oggi, come già domenica con il Milan il suo approccio è costato un goal).
E c’è qualcuno ancora più colpevole di lui. Chi lo fa entrare. Arrivo a dire che La Gumina o Vasco Regini sarebbero stati più utili alla causa, sperando che gli ultimi difensori di Ranieri non mi vengano a raccontare che Regini è un terzino o un centrale e non una punta.
Perchè qui introduco il secondo argomento. Come è possibile che se Ekdal è infortunato e Silva fortunatamente squalificato, il tecnico non metta in campo il loro sostituto naturale, cioè Askildsen, ma opti per una cosa inguardabile con Jankto e Candreva a centrocampo?
Dico di più. Verre, sia a Pescara che a a Verona quel ruolo l’ha fatto, perchè non metterlo in quel ruolo se proprio non ci si fida del norvegese, anzichè ripiegare su giocatori non di ruolo? E perchè farlo entrare a meno di cinque minuti dalla fine, umiliandolo (calcisticamente, of course) una volta di più?
Insomma, non vedo l’ora che tutto questo finisca.



