L’ex presidente della Sampdoria, Enrico Mantovani, è stato intervista. Ecco le sue parole tra Montella, Mancini, Eriksson e Ranieri
E’ tornato a parlare l’ex presidente della Sampdoria, Enrico Mantovani, figlio dell’indimenticato Paolo. Tanti i temi toccati, da Ranieri a Eriksson, passando per Montella e la Lazio prossimo avversario in campionato proprio dei blucerchiati. Ecco che cosa ha detto ai microfoni di TMW Radio:
Sono nato a Genova e la Sampdoria la tifavo fin da bambino. papà invece all’inizio simpatizzava per la Lazio, poi è diventato presidente e abbiamo vissuto una favola che è diventata realtà. Un’emozione unica per un Sampdoriano.
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Sampdoria: tra Montella, Mancini, Eriksson e Ranieri. Parla Enrico Mantovani
Poi è stato il turno della retrocessione della Sampdoria nel 99:
E’ una ferita che ancora sanguina e non si può rimarginare. Non c’è solo la delusione, il danno economico e come se mi avessero rovinato la creatura di papà. Come se fosse caduto il suo testimone, andare avanti per la mia famiglia era diventato impossibile. C’era il rischio maggiore di andare ancora più indietro. Quell’annata è nata sotto errori miei, della dirigenza e ovviamente anche della sfortuna.
Poi Enrico Mantovani è passato a parlare di Vincenzo Montella e la sua carriera da allenatore:
E’ una storia bella, almeno per me. Ho fatto qualcosa di non troppo carino al Genoa, all’epoca era in comproprietà tra loro e l’Empoli. E io avevo e ho tutt’ora ottimi rapporti con il presidente Corsi. Si mi chiedete se lo credessi in una sua carriera da allenatore, avrei detto di sì.

Poi è stato il turno di Roberto Mancini:
Ecco per lui è differente, rispetto a Montella. Roberto era una artista del calcio, ma aveva un carattere così esuberante. Credevo che servisse altro per fare l’allenatore, mi ha smentito e sono davvero felice che sia accaduto. E’ passato da genio ribelle a uno dei migliori allenatori al mondo.
La conclusione è affidata al suo pensiero su Claudio Ranieri:
Ranieri non è un allenatore come quelli attuali e non è una questione legata all’età, ricorda molto il calcio di cui ho fatto parte. E’ com’era Sven Goran Eriksson p come Boskov, anche se quest’ultimo era un po’ diverso. Oggi i tecnici sono una categoria in cui spesso ci si prende troppo sul serio.