Un’intera carriera costruita tra Italia e Sudamerica, tantissime squadre cambiate e un anno alla Sampdoria: la storia di “Chelo” Estigarribia
Nella Sampdoria tornata in Serie A dopo un anno in B, ci sono la voglia e il bisogno di costruire una squadra adatta a non rifare il percorso inverso. Per cui l’allora ds Pasquale Sensibile ha chiamato il Deportivo Maldonado, squadra uruguaiana, alla quale è tornato un giocatore mancino, alto 1,81, veloce e tecnico, che alla Juventus ha vinto uno scudetto. Si tratta di Marcelo Estigarribia, uno dei giocatori che sono passati dalla Genova blucerchiata in grado di incantare con alcune giocate, ma il cui potenziale avrebbe potuto esprimersi sicuramente di più.
Il suo soprannome è “Chelo“, che in spagnolo significa violoncello ma la cui origine in realtà è molto più semplice e radicata negli ambienti in cui è cresciuto e ha giocato. A spiegarla è stato proprio Estigarribia stesso in un’intervista: “Marcelo è sempre stato troppo lungo per amici e compagni. Da qui Celito e poi Chelo”. Amici e compagni che ha incontrato e con cui ha vissuto prevalentemente tra Italia e Sudamerica, dove ha cominciato nel suo Paraguay, dove è nato il 21 settembre 1987.
All’anagrafe Marcelo Alejandro Estigarribia Balmori, proviene da una famiglia dell’antichissima etnia Guaranì molto religiosa. Il suo cognome è però di origine basca, segno della colonizzazione spagnola avvenuta nell’Ottocento. Insieme ai suoi tre fratelli, il calciatore è cresciuto a Fernando de la Mora, città di oltre centomila abitanti del dipartimento Central, parte dell’agglomerato urbano della capitale Asunciòn. Comincia a giocare nelle giovanili del Uniòn Pacifico, ma poi debutta a soli 17 anni tra i professionisti con la maglia dello Sport Colombia.
Nel 2006 viene acquistato dal Cerro Porteño, club paraguaiano campione in carica della lega nazionale. Eccetto un iniziale presto, il giovane giocatore rimane per due anni e mezzo, senza ottenere un grande minutaggio: solo 17 presenze senza reti segnate per Estigarribia. Ma riesce a mettersi in mostra al punto giusto, per attirare su di sé occhi di squadre straniere e fare il “grande salto”. A neanche 21 anni, l’esterno fa il suo primo viaggio verso l’Europa.
Il primo viaggio in Europa e gli esordi in Nazionale
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La squadra dove approda nell’agosto 2008 è il Le Mans, club di Ligue 1 che lo acquista per 3 milioni di euro. Il suo impatto con l’Europa, però, non è ancora molto positivo. Già nel gennaio 2010 i francesi lo hanno ceduto in prestito agli argentini del Newell’s Old Boys, con alle spalle appena 12 apparizioni nel massimo campionato transalpino. Già finita quindi la sua prima esperienza europea, visto che nella stagione 2009-2010 il Le Mans retrocede in Ligue 2 e viene prolungato di un anno il trasferimento temporaneo con gli argentini. Estigarribia, dunque, non tornerà più in Francia.
Nel frattempo, però, l’ex esterno della Sampdoria ha ricevuto la convocazione per i Mondiali in Sudafrica 2010, con il Paraguay, nazionale in cui ha debuttato nel 2008. Al Campionato del Mondo vinto poi dalla Spagna Estigarribia non ha mai giocato, neanche un minuto, neppure nella partita pareggiata contro l’Italia per 1-1. Sono 32 le presenze del Chelo con la selezione paraguaiana, con un solo goal, segnato contro il Brasile.
Il prestito col Newell’s Old Boys prevedeva anche un riscatto di circa 2 milioni di euro, che però il club di Rosario non ha esercitato per ragioni economiche. E quindi Estigarribia si è ritrovato in mezzo a un limbo, risolto poi dalla squadra che ha detenuto per anni e anni il suo cartellino: il Deportivo Maldonado. Questo club uruguaiano ha detenuto i diritti sportivi del calciatore dal 2011 fino al 2022, ma le presenze collezionate sono a malapena 15, tutte nella stagione 2020/2021.
E infatti, il 1 agosto 2011 il Maldonado paga i 2 milioni di euro dovuti al Le Mans, ma poco più di 20 giorni dopo cede già Estigarribia. L’acquirente è di quelli di un certo spessore, una nobile decaduta del calcio europeo che sta costruendo un progetto per tornare grande. Il paraguaiano, il 28 agosto 2011, fa di nuovo le valigie per l’Europa, ma questa volta in direzione Italia. Ad attenderlo, c’è la Juventus.
Arrivo con Scudetto: Estigarribia nella prima Juventus di Conte
Quella squadra bianconera ha un nuovo allenatore, Antonio Conte, suo ex giocatore che è tornato per avviare un progetto destinato a riportare la Juventus ad alto livello. Tra le scelte di mercato, c’è anche quella di ingaggiare questo ventiquattrenne paraguaiano, la cui carriera non è stata fino ad allora propriamente esaltante. Ma i bianconeri ci credono lo stesso, Beppe Marotta ha dimostrato negli anni di avere fiuto e quindi, un po’ nel silenzio, Estigarribia arriva a Torino.
Zitto zitto, con la Juventus racimola 18 presenze, segnando il suo primo e unico goal a Napoli, in uno spettacolare 3-3 del 29 novembre 2011. Con i bianconeri Estigarribia vince lo scudetto, che è tornato nelle bacheche del club dopo 9 anni, Calciopoli esclusa.
Nonostante abbia fatto una buona impressione su Conte, i bianconeri non lo riscattano e fa ritorno al Deportivo Maldonado. Non per molto, però. Perché nel suo destino c’era di nuovo l’Italia. E per la precisione non una squadra fresca di vittoria del campionato, ma bensì di una promozione in Serie A ottenuta all’ultimo respiro, con le ambizioni di non tornare più nelle sabbie mobili della B. Per Estigarribia si stava per aprire l’annata alla Sampdoria.
Esterno o terzino? L’anno alla Sampdoria di Estigarribia
E così, poco prima di compiere 25 anni, ad agosto comincia a vestire il blucerchiato. Si tratta del secondo paraguaiano nella storia della società di Corte Lambruschini, dopo Dionisio Arce, direttamente dalla stagione 1952/1953. Sessant’anni esatti dopo, il suo connazionale diventa un giocatore della rosa di Ciro Ferrara, che ha la missione di restare in Serie A, senza retrocedere dopo solo un anno. La missione al termine del campionato, è compiuta: quattordicesimo posto, anche grazie al supporto del subentrante in panchina Delio Rossi e di un Mauro Icardi in rampa di lancio.
Fin dal suo arrivo, Estigarribia è un titolarissimo. Già nell’esordio non fortunato di Coppa Italia, quando i blucerchiati perdono contro la Juve Stabia ai rigori, gioca tutti i minuti di tempi regolamentari e supplementari. Salta appena 4 partite di campionato e racimola 35 presenze, per un totale di 2.669 minuti. A livello di bonus, il bottino invece è magro: solo 2 reti e 3 assist ai compagni. Ma questo è spiegabile non solo per via della sua scarsa propensione a segnare.
A Genova, infatti, sono anche le posizioni in campo che lo penalizzano. Lui, esterno naturale, viene perlopiù impiegato mezzala, centrocampista di sinistra. E, qualche volta destinata a rimanere iconica, anche terzino, sia destro che sinistro. Un uomo a tutta fascia, un jolly che alla Sampdoria ha giocato in tutte le posizioni tranne portiere, difensore centrale e attaccante. La sua duttilità, la sua corsa, i suoi dribbling però non sono bastati a valergli una riconferma. Anche questa seconda esperienza italiana finisce con il mancato riscatto e torna di nuovo al Deportivo Maldonado. O forse no?
Estigarribia in giro per l’Italia: dopo la Sampdoria arrivano Chievo e Atalanta
Ancora una volta la squadra uruguaiana non lo vuole trattenere. E ancora una volta la pagina successiva della sua carriera comincia con il titolo “Italia“. Nell’agosto 2013 infatti passa al Chievo, terza squadra di Serie A nel giro di tre anni, club che milita in zone simili a quelle della Sampdoria e in cui, però, non riesce a ripetere la stagione buona vissuta a Genova. Banalmente perché non ne ha nemmeno il tempo: dopo 16 presenze senza goal nel girone d’andata, a gennaio cambia ancora squadra. E’ la quarta in tre stagioni, e per la precisione in quattro anni.
Si tratta dell’Atalanta, che lo riceve in prestito sempre dal Deportivo Maldonado, ma che perlomeno lo tratterrà più di un anno. Quella con la Dea è la sua esperienza italiana durata di più, due anni tra gennaio 2014 e febbraio 2016. Ha ottenuto purtroppo appena 27 presenze, condite da due goal e due assist, di cui uno contro la Sampdoria in un successo per 3-0 degli orobici. Ma riguardo a questo scarso impiego, ci si è messa di mezzo anche la sfortuna. Estigarribia, infatti, ha vissuto a Bergamo i due peggiori infortuni della sua carriera.
Ad ottobre 2014 infatti si deve operare per la rottura del crociato, che lo tiene 173 giorni fermo. Un periodo lunghissimo, poi il ritorno ad aprile 2015 con 24 partite saltate e poi una breve ricaduta a fine mese, che non gli permette di finire la stagione. E quella successiva ricomincia di nuovo maledetta, perché a settembre accusa problemi al menisco e deve stare fermo altre 10 giornate. L’Atalanta, allora, lo tiene fino al calciomercato di gennaio, poi decide di non riconfermarlo per via della grande incertezza della sua condizione fisica. Così Estigarribia torna al Maldonado, ma soprattutto termina definitivamente la sua esperienza in Italia.
Il ritorno in Sudamerica: la peregrinazione continua
Esattamente il giorno dopo del ritorno in Uruguay, il Maldonado si libera ancora dell’esterno, prestandolo al Cerro Porteño, ovvero la squadra da cui aveva spiccato il volo per la sua prima esperienza europea al Le Mans. Anche in questo caso la sua esperienza vicina a casa dura molto poco, in quella che per lo storico club paraguaiano era la centesima stagione nella Primera Division nazionale. Quel campionato Estigarribia lo terminò al quinto posto, arrivando agli ottavi di finale di Coppa Libertadores. Ma a dicembre 2016 il Porteño lo rispedisce al Deportivo Maldonado.
Il quale, tempo neanche un mese, il 25 gennaio successivo lo cede al Chiapas. Così l’ex esterno della Sampdoria, ormai vicino a compiere 30 anni, fa esperienza pure del campionato messicano. Esperienza che però dura appena 6 mesi, e infatti si tratta del club in cui ha collezionato meno presenze in carriera, appena 9. Il Maldonado lo riaccoglie per l’ennesima volta, cercandogli una sistemazione. Che, questa volta sì, sarà la più duratura della sua carriera.
Estigarribia nel luglio 2017 ritorna in Argentina e diventa un nuovo giocatore del Colòn, club rossonero di Santa Fe con cui disputerà 3 campionati (sempre con prestiti rinnovati) e un totale di 89 presenze, condite da 5 goal, che lo rendono la squadra con cui El Chelo ha collezionato più apparizioni in carriera, senza vincere nulla e rischiando due volte la retrocessione. Poi, nel giugno 2020, il ritorno al Maldonado, che lo trattiene per sei mesi senza trovare un acquirente, che si presenta a gennaio 2021. Si tratta dell’Olimpia Asunciòn, club paraguaiano che ancora una volta fa tornare Estigarribia a casa sua. Con la squadra della capitale ottiene 18 presenze fino a dicembre dello stesso anno, senza mai segnare.
Arrivando ai giorni nostri, è da febbraio 2022 che l’ex esterno della Sampdoria milita nel Sol de America, club sempre della capitale del Paraguay che gioca nella massima serie. In questa squadra Estigarribia sta vivendo questi ultimi anni di carriera, a 37 anni, vicino a casa, dopo anni e anni di peregrinazioni tra Sudamerica e Italia, che lo hanno portato a vestire le maglie di 4 squadre in 3 stagioni. E, tra queste, anche quella blucerchiata, dove la sua velocità, le incursioni da esterno e i ripiegamenti da terzino, hanno fatto buone impressioni, ma forse troppo poco.