Sampdoria, ti ricordi di…Ante Budimir: tra le ottime premesse di Crotone e il Mondiale in Qatar, la parentesi a Genova è un fiore non sbocciato…
Per il suo fisico alto e slanciato, abbinato per ad un gioco elegante, lo chiamano il “Cigno di Zenica“, ma forse per paura di scomodare paragoni o assonanze troppo elevate gli hanno dato anche il soprannome di “L’alchimista“, meno altisonante. Eppure Ante Budimir quel talento ce l’ha, lo ha sempre avuto. Un indizio? Non è da tutti segnare una doppietta al Camp Nou contro il Barcellona di Leo Messi. Due reti che riallacciano il filo con ciò che di lui si è visto a Crotone, in un’annata che lo ha consacrato nel calcio europeo. E da quella storica promozione in Serie A fino all’attuale militanza nella Croazia Mondiale, c’è stata una breve parentesi, fugace e poco memorabile, in cui tutto sembrava essersi spento per un attimo: quella alla Sampdoria.
Prima però facciamo un passo indietro. Perché è importante capire quale Budimir arrivò alla Sampdoria e quale poi andò via.
Nato a Zenica nel 1991, figlio della Guerra dei Balcani come tanti altri dell’attuale generazione croata che è arrivata in finale del Mondiale di Russia 2018, a solo un anno ha dovuto cambiare città e ha perso il padre in un incidente d’auto. Cresciuto insieme a due sorelle solo dalla madre, ha iniziato le prime esperienze calcistiche a Velika Gorica con NK Radnik, HNK Gorica, Inter Zapresic (che lo pagò 20mila euro) e poi Lokomotiv Zagabria.
Fino a quel momento si è mosso praticamente solo in Croazia, tranne una brevissima e ininfluente esperienza in Austria. Ma poi, per un ragazzo che veniva dalle macerie di una guerra etnica fratricida, è arrivata l’occasione di fare un salto in avanti. Nel 2014 passò al St. Pauli, squadra tedesca, per 1 milione di euro. In una stagione di Zweite Bundesliga (seconda divisione tedesca) ha collezionato 19 presenze, senza mai segnare. L’unico goal dell’avventura in Germania Budimir lo segnò in Coppa nazionale.
Probabilmente i tedeschi valutarono che fosse troppo poco e decisero così di mandarlo in prestito. Budimir dopo solo un anno tornò a baciare il Mar Mediterraneo, ma non nella sua Croazia. La sua carriera lo portò un po’ più a sud, in Magna Grecia, al Crotone di Ivan Juric, tecnico croato come lui che subito gli ha fatto sentire la sua fiducia. Lì l’Italia si rende conto di chi è questo attaccante altissimo ma elegante, con capacità di dribbling e freddezza sotto porta. In quella stagione 2015/2016 ha collezionato 40 presenze in Serie B, in cui ha segnato 16 goal, portando al secondo posto i pitagorici. Il che significò prima storica promozione in A per i pitagorici.
Successo di squadra e personale di Budimir, che però consacrò davvero quella stagione e se stesso con un goal in Coppa Italia, nel quarto turno, quando ha segnato a San Siro contro il Milan. Il Crotone si infatuò talmente tanto di questo giocatore che già a marzo 2016, ancora prima della scadenza del prestito, ha esercitato il riscatto di 1 milione di euro dal St. Pauli.
Budimir arriva alla Sampdoria: belle speranze, esordio da predestinato e poi…?

LEGGI ANCHE Calciomercato Sampdoria, Secolo XIX: futuro Quagliarella? Tocca a Lanna decidere
Ma il Crotone ha potuto trattenerlo poco, perché nel suo contratto c’era una clausola da 1,8 milioni pagabile per poterselo aggiudicare. E alla porta dei pitagorici ha bussato la Sampdoria, versando nelle casse del presidente Vrenna la cifra pattuita senza che quindi i neopromossi potessero fare nulla. Budimir è passato così in blucerchiato, in una squadra piena di novità a cominciare dall’allenatore, Marco Giampaolo, appena arrivato. In quanto attaccante, il croato arrivava in un reparto che contava Fabio Quagliarella, fresco di riscatto dal Torino, Bruno Fernandes, Luis Muriel, Ricky Alvarez, Patrik Schick e anche Antonio Cassano.
La Sampdoria ha puntato molto su di lui, l’astro nascente venuto dall’est che ha conquistato tutti in Serie B. Era un periodo in cui a Genova si scoprivano talenti e si odoravano plusvalenze, e Budimir sembrava l’uomo giusto. Così i blucerchiati lo blindarono con un contratto quadriennale, fino al 2020. E all’inizio il battesimo con la nuova maglia sembrava predestinare grandi cose. Terzo turno di Coppa Italia, contro il Bassano. L’ex Crotone partiva dalla panchina, ma Giampaolo decise di metterlo in campo. E dopo un minuto dall’ingresso, il Cigno di Zenica timbrò il suo primo goal sampdoriano. Un minuto un goal: un inizio così non poteva che essere benedetto.
Ma la stagione non andò come si pensava da questo esordio. Le gerarchie hanno affossato il venticinquenne Budimir, vittima anche dell’esplosione di Schick e del rendimento super di Muriel, Quagliarella e Bruno Fernandes insieme. Giampaolo aveva scelto loro. E il croato, dopo l’anno da predestinato a Crotone, ha vissuto un periodo di buio. Quello in Coppa Italia fu l’unico goal segnato a Genova, in 11 presenze in campionato e 3 totali in Coppa, dove ha totalizzato, pensate, la metà dei minuti giocati in A. Una parentesi anonima, che ha fatto sì che uno degli attaccanti più promettenti del periodo entrasse e uscisse da Bogliasco senza quasi lasciare traccia.
Si torna sempre dove si è stati bene. Ma le minestre riscaldate…
Sampdoria, ti ricordi di…Ante Budimir
Come tanti giocatori hanno fatto per ritrovarsi, Budimir a un anno esatto dalla firma con la Sampdoria è tornato a Crotone, la piazza che lo ha lanciato e dove ha scelto di rilanciarsi. Si torna sempre dove si è stati bene. In Calabria però venne colpito dalla sfortuna, che nel concreto era un infortunio al piede. Anche questo ha contribuito a frenarne la crescita, quando l’attaccante stava entrando nel pieno della maturità professionale. Ma di sicuro ha ritrovato minutaggio (22 presenze in Serie A, 2 in Coppa Italia) e i goal, che in campionato erano 6 e uno solo nel trofeo nazionale. Non bastò per evitare la retrocessione dei pitagorici, che chiusero in 18ma posizione sotto la guida prima di Davide Nicola e poi di Walter Zenga.
Nel luglio 2018 il Crotone lo riscattò dalla Sampdoria (spesa totale prestito: 2 milioni) e Budimir si apprestò a ricominciare dal campionato dove aveva ottenuto il miglior rendimento in carriera. A volte però le “minestre riscaldate” non funzionano così tanto. In 17 presenze in Serie B l’attaccante croato segnò solo 3 reti, soffocato dalla concorrenza della nuova rivelazione crotonese Simy e anche dagli avvicendamenti in panchina (prima Giovanni Stroppa, poi Massimo Oddo e di nuovo Stroppa), in una squadra che, in generale, faceva fatica (chiuse dodicesima il campionato). Il bis in Calabria non andò bene e già a gennaio l’ex Sampdoria fu ceduto in Spagna, e da allora non è più tornato in Italia.
La squadra che ha puntato su di lui è il Mallorca, che allora militava nella Segunda Division spagnola. Al suo arrivo era praticamente un perfetto sconosciuto, tanto che sui social era andato in tendenza qualche commento ironico che affermava l’arrivo a Palma di Boromir, personaggio del Signore degli Anelli, per l’assonanza del cognome. Ma ci mise poco a conquistarsi fiducia di club, compagni e soprattutto allenatore, Vicente Moreno, che da gennaio fino a fine stagione gli ha concesso 18 presenze e oltre 1350 minuti in campionato. Budimir ha ripagato con soli 5 goal, che erano pochi ma pur sempre un miglioramento rispetto a quanto fatto col Crotone nella prima parte di annata.
Ma ciò che veramente, come un segno del destino, ha sancito la sua rinascita sono stati i playoff per salire in Liga. La finale di andata tra Mallorca e Deportivo La Coruña era finita 2-0 per il Depor, e al ritorno il club delle Baleari doveva per forza vincere. In quella partita Budimir ha aperto le danze segnando il primo goal, quello che ha dato il là alla vittoria finale (3-0) e quindi alla promozione nella Primera Division. E’ l’inizio del nuovo capitolo di carriera per il croato, che nel luglio 2019 si è anche sposato con la sua attuale moglie, con la quale ha due figli.
La nuova vita in Spagna e il sogno Mondiale con la Croazia: la Sampdoria è già alle spalle
Sampdoria, ti ricordi di…Ante Budimir
LEGGI ANCHE Mondiali Sampdoria, Abdelhamid Sabiri celebra la vittoria
Appena salito in Liga, il Mallorca ha deciso di riscattare Budimir dal Crotone per 2,2 milioni di euro. Il suo valore aumentava di poco, ma aumentava. Fino alla crescita esponenziale della stagione 2019/2020. Ha collezionato 35 presenze e oltre 2700 minuti, secondo minutaggio più elevato dietro solo alla prima stagione in Calabria. E poi ha timbrato 13 goal, il suo miglior bottino in una prima divisione dei top 5 campionati europei che lo fece arrivare ottavo in classifica marcatori, in un campionato che di attaccanti forti ne conosceva. E tra queste 13 reti c’è anche la doppietta al Barcellona del 7 dicembre 2019, di fronte a Messi che ha dovuto e saputo segnare la tripletta (5-2 il risultato finale), per mantenere il suo primato indiscusso di MVP al Camp Nou.
Però, tra una tripletta della Pulga e una doppietta di El Alquimista contro il Barça, fa più rumore la seconda. E anche se non è riuscito a salvare il Mallorca, retrocesso perché in diciannovesima posizione, comunque il calcio spagnolo parlava di lui. E il suo valore di mercato arrivò a toccare i 15 milioni. Nel 2020 ha persino conquistato la Nazionale croata: la prima convocazione è del settembre 2020, la prima presenza del 7 ottobre dello stesso anno e il primo e unico goal (su 15 apparizioni) dell’11 novembre, contro la Turchia. Fatto sta che un astro nascente così non poteva finire di nuovo in una serie cadetta, per cui andò in prestito con riscatto fissato a 8 milioni all’Osasuna, suo club attuale.
Nella prima stagione coi Rojillos, annata 2021/2022, contava 28 presenze, 8 goal e 2 assist, raggiungendo anche un record del club: nessun giocatore aveva mai segnato almeno un goal in 6 partite consecutive con l’Osasuna. Altro tassello a sancire che la carriera di Budimir stava lentamente ma finalmente decollando. Nella stagione attuale, invece, ha cominciato con più difficoltà, soprattutto realizzative: solo un goal in 11 presenze. Ma la vera soddisfazione quest’anno è il Mondiale con la sua Croazia, con la quale vuole provare a ripetere la gloriosa strada del 2018. Lui allora non c’era stato, perché anche se aveva 27 anni la carriera di alti e bassi non gli ha sempre sorriso.
Adesso, a 31 candeline spente da poco, il Cigno di Zenica si sta meritando un po’ questo soprannome, che scomoda paragoni pesanti. In Spagna Budimir sta vivendo una specie di nuova giovinezza, lasciandosi alle spalle le alterne fortune italiane. Soprattutto quella alla Sampdoria, un apostrofo buio della sua carriera tra le parole Crotone e Qatar 2022.