La Sampdoria lo ha scelto, Telenord ha intervistato i giornalisti dalla Danimarca al Belgio per sapere un parere su Jesper Fredberg
La Sampdoria ha scelto di affidarsi Jesper Fredberg, 44enne danese, scelto da Nathan Walker come nuovo CEO Area Football. Si occuperà dell’area sportiva, lavorando in sinergia con Andrea Mancini e con Massimo Donati per scegliere i giocatori migliori da mettere a disposizione del nuovo tecnico.
Jesper Fredberg ha girato, parecchio: dalla Danimarca all’Italia, attraverso Cipro, la Grecia e il Belgio, questo è il suo biglietto da visita. Ma è il profilo giusto per risollevare la Sampdoria dopo una stagione davvero deludente dove sul campo era arrivata la retrocessione, cancellata solo dalla penalizzazione del Brescia e dalla successiva vittoria dei playout contro la Salernitana. Telenord ha intervistato giornalisti che lavoro dove il nuovo CEO della Sampdoria ha lavorato. A partire da Andrea Palombarini, giornalista sportivo italiano che vive in Grecia, da dove è iniziata la carriera del CEO blucerchiato.
Aveva fatto molto bene con l’Omonia. Ricordo che Fredberg è un allenatore ‘prestato’ al ruolo di direttore sportivo. È un polivalente, ha ricoperto più ruoli durante la sua carriera: direttore tecnico, responsabile del settore giovanile e poi della prima squadra come direttore generale. All’Omonia aveva conosciuto Nikos Dabizas, l’ex difensore di Olympiakos e Newcastle, che lo ha poi voluto con sé al Panathinaikos. Secondo me non gli è stato dato nemmeno il tempo di poter dare una svolta anche a livello di organizzazione non solo del club, della prima squadra o del settore giovanile, ma anche a livello di calciomercato, un campo nel quale Fredberg poteva dare molto di più. Sicuramente anche ad Atene ha lasciato una buonissima impressione. Ora però c’è una grandissima opportunità, per lui che è un conoscitore del calcio mondiale, ancor di più del calcio europeo, potrà fare molto bene a Genova
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Terminata l’esperienza in Grecia, ha fatto ritorno in Danimarca dove Viborg FF gli ha affidato il compito delle ricostruzione, ecco il pensiero a riguardo di Zak Egholm, telecronista per ESPN Disney+ Denmark:
Jesper è una figura di grande prestigio nel calcio danese. È stato uno dei principali artefici della strategia che ha portato alla ricostruzione del Viborg FF. Ha un ottimo fiuto per il reclutamento – sia di giocatori che di allenatori – e si distingue per uno stile comunicativo empatico, ma al tempo stesso chiaro e diretto. Il suo lavoro ha permesso al Viborg di passare dalla seconda divisione del campionato danese alla Superliga, fino a conquistare una qualificazione alle competizioni europee. Un traguardo significativo in Danimarca, che a livello personale lo ha condotto a un prestigioso incarico in Belgio, all’Anderlecht. Il caso di Bernio Verhagen, il finto calciatore che si era offerto a più club ed aveva firmato proprio con il Viborg di Fredberg, è stato un episodio molto negativo – spiega ancora Egholm – Verhagen si è rivelato una truffa… Fredberg non è affatto orgoglioso di quella vicenda: fu lui stesso a portare Verhagen alla stazione di polizia. È sicuramente uno dei capitoli più oscuri del suo percorso nel calcio. Ma proprio da quel momento in poi, ci sono stati tanti sviluppi positivi nella carriera di Jesper. Sarà interessante vederlo all’opera in Italia. La Sampdoria è un grande club, anche se attualmente si trova in un momento difficile in Serie B. Se Fredberg avrà tempo, pazienza e il necessario sostegno economico, credo che potrà fare molto bene, sia per sé che per la società
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Ha dato il via a quella che è stata definita l’‘era danese’ dell’Anderlecht portando come allenatore Brian Riemer (attuale commissario tecnico della Danimarca) e ingaggiando numerosi giocatori danesi. Ma in un caso Fredberg ha peccato d’ingenuità, con Tolu Arokodare, che era molto vicino alla firma con l’Anderlecht ma alla fine ha firmato con il Genk. È stata una lezione utile per lui. Dopo quell’episodio, è diventato un buon negoziatore. È riuscito a portare giocatori che nessuno si aspettava potessero arrivare all’Anderlecht – come Schmeichel, Dolberg, Thorgan Hazard – e questo è stato considerato un buon lavoro. Lonwijk non era da Anderlecht, Vazquez è costato molto ma si è rivelato non all’altezza, Flips stesso non si è dimostrato all’altezza, Kikkenborg nemmeno. Quando c’era bisogno di essere creativi, e non semplicemente portare grandi nomi danesi, Fredberg ha avuto più insuccessi che successi. Alcuni giocatori con ingaggi molto alti non hanno reso secondo le aspettative, perché lontani dal loro rendimento passato, come Diawara e Foket. Il peggiore è stato l’ingaggio di Zanka, uno dei peggiori giocatori mai visti all’Anderlecht: probabilmente non è stato nemmeno osservato adeguatamente, ma portato solo per il nome e per i legami danesi. Il miglior risultato è stato convincere Kasper Dolberg e Thorgan Hazard a firmare, nessuno credeva potessero venire all’Anderlecht