Sampdoria, Stankovic allenatore che unisce e non divide: la mano dell’allenatore serbo si sta già vedendo. L’editoriale di Marco Bisacchi
Dejan Stankovic è un allenatore che unisce e non divide. E’ vero, sin qui col mister serbo in panchina non si è visto calcio champagne ma sono cambiati finalmente i numeri. Troppo presto per cantar vittoria ma la squadra in 3 partite ha conquistato 4 punti, quando in precedenza – con Giampaolo in panchina – ne aveva fatti 2 in 8. E poi in queste tre gare i blucerchiati hanno subito solo due goal entrambi anche un po’ discutibili: uno firmato dal bolognese Dominguez (ma Orsolini non era in fuorigioco attivo?) e uno col rigorino concesso alla Roma per il mani quasi impercettibile di Ferrari.
Insomma la sensazione è che la Sampdoria adesso – pur continuando a portarsi dietro molti limiti che aveva anche nella precedente gestione – scenda in campo per restare aggrappata al risultato, per non prendere goal, per lottare e per portare a casa la pelle. In altre parole oggi la Sampdoria finalmente scende in campo per salvarsi e ha lasciato perdere tutte quelle filosofie tattiche che non si possono troppo sposare con la zona calda.
Il calcio spettacolo insomma meglio lasciarlo agli altri, la Sampdoria oggi sarà pure una squadra “pane e salame” ma quando hai fame (di punti) va benissimo. Prima della gara dello Zini avevo evocato la sfida di Ferrara con la Spal del 4 novembre 2011 – decisa nel finale da un goal di Caprari – e sono contento di aver visto giusto. Il match di Cremona mi ha ricordato molto quella partita contro un’altra squadra pericolante, con una classifica deficitaria per entrambe e con un decisivo episodio nel finale a favore dei blucerchiati.
Quella gara del Mazza fu probabilmente l’inizio della risalita per la squadra allora guidata da Ranieri che – già all’epoca – aveva bisogno soprattutto di una sterzata a livello mentale. Ecco, se il lavoro sul campo e sul piano del gioco può e deve migliorare ancora parecchio (“Ci sono stati degli errori ma non è il momento delle analisi, contava vincere” ha ammesso lo stesso mister) direi che la mano di Stankovic si vede già sotto il profilo dell’empatia e del rapporto con la squadra.
Aver avuto tanti maestri di peso nel passato – non solo Mourinho per capirci – lo ha di sicuro messo sulla retta via: Stankovic sa come rapportarsi coi giocatori e sa bene che potranno essere solo i giocatori a trascinare fuori la Sampdoria dalle sabbie mobili. Stankovic oggi sta coinvolgendo il maggior numero di calciatori possibili. Sfruttando anche la gara di Coppa Italia con l’Ascoli in pratica l’unico elemento a disposizione che non è sceso in campo negli ultimi 5 giorni è Trimboli, e forse chissà ci sarà tempo anche per lui.
Nella gara di Cremona molto importante l’inserimento di Yepes – che è entrato con grande personalità – e tutto sommato pur al netto di qualche ingenuità (il rigore su Okereke e anche un altro penalty sfiorato per un contatto con Ciofani nel finale) anche Amione ha dimostrato di poter star dentro in questa Sampdoria. Due giocatori che nella precedente gestione di fatto non erano stati presi in considerazione da Giampaolo.
Sampdoria, Stankovic e la forza del gruppo: tutti i giocatori sono importanti. La differenza viene dalla testa
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Ebbene Stankovic sta cercando di coinvolgere tutti i giocatori – senza gerarchie troppo rigide – perché sa bene che avrà bisogno di tutti per raggiungere l’obiettivo. Anche la scelta di giocarsi i cinque cambi a Cremona già al quarto d’ora della ripresa è stata molto rischiosa ma ha giocato anch’essa a favore del tecnico serbo: un segnale forte alla squadra e ai giocatori che sono stati responsabilizzati.
Come dire “Non posso cambiare l’intera squadra, ne cambio comunque la metà. Ora ripagate la mia fiducia”: non è un caso che i subentrati – non solo Gabbiadini (assist per Colley) ma anche Villar, lo stesso Yepes, Augello (da lui parte l’azione del goal) e tutto sommato anche Leris siano stati tra i più vivaci in un secondo tempo che ha visto la Sampdoria tornare a galleggiare dopo il rischio naufragio vissuto soprattutto nel primo tempo.
E’ la testa insomma a fare la differenza, questo Stankovic lo ha capito e sta già toccando le corde giuste. Un fattore che di sicuro non è sfuggito ai tifosi, che hanno invaso lo Zini in oltre 3000 (erano in tanti non solo nella curva ospiti ma anche negli altri settori) con un tripudio di bandiere blucerchiate. “I ragazzi in campo e sugli spalti sono stati spettacolari” il messaggio di Stankovic a fine gara per caricare tutto l’ambiente.
Finalmente è stato un rientro felice per i tifosi doriani verso Genova, dopo tanti troppi bocconi amari. Le sensazioni stanno finalmente cambiando, la squadra ora ha voglia di lottare e non sembra più depressa e condannata alla sconfitta già dal calcio d’inizio. Poi per carità ci sono anche gli episodi favorevoli (la traversa del Bologna sullo 0-1 al Dall’Ara, il rigore parato da Audero a Cremona in avvio) ma si sa che un po’ di buona sorte non guasta mai.
E comunque il rigore parato resta un merito di un portiere sempre più punto di riferimento di questa Samp, al di là di quello che era successo nell’ultimo derby salvezza. Un cambio di mentalità, una scossa positiva il cui merito è certo di Stankovic ma anche dei giocatori stessi che finalmente stanno iniziando a svegliarsi.
Tre punti pesanti che fanno bene alla Samp e all’ambiente tutto, in attesa di un cambio di proprietà che potrebbe (il condizionale è d’obbligo anche per motivi scaramantici) proiettare davvero la Sampdoria verso orizzonti diversi. Piedi ben saldi per terra però: adesso c’è l’Inter a Milano, sulla carta una sconfitta certa. Ma il calcio è strano soprattutto se si gioca con cuore, coraggio e tanta voglia. Tanta voglia di salvarsi.