Sampdoria, Stankovic chiamato a risollevare i blucerchiati come Mihajlovic: il filo conduttore che li lega e la grinta serba per salvare il campionato.
In uno dei periodi più complicati e bui della sua storia la Sampdoria ha deciso di affidarsi ad un serbo per risollevarsi. Toccherà a Dejan Stankovic prendere le redini dei blucerchiati da Marco Giampaolo e traghettarli verso la salvezza a fine campionato. La scelta è caduta su di lui per la grinta, per l’energia e la capacità di trasmetterle al gruppo, quella che aveva già da giocatore e che ha confermato da tecnico. Caratteristiche che lo accomunano ad un altro serbo della storia recente blucerchiata, Sinisa Mihajlovic.
Uno di quelli che trasmette energia e carica, senza farsi problemi a dire le cose in maniera chiara e decisa. Per esempio quando entrò in campo furioso alla fine di un derby del febbraio 2015 strattonando Vasco Regini per aver concesso al Genoa una punizione di troppo. Mihajlovic non ha paura di dire le cose in faccia, come (basti un esempio) quando aveva allontanato Stefano Okaka dall’allenamento dopo aver discusso, sancendo la rottura col giocatore. Questo è Mihajlovic e questo è anche Stankovic, personalità dal carattere forte che trasmette grinta ai giocatori.
I collegamenti e le analogie tra i due sono già più di una. In primis perché Stankovic è il primo allenatore straniero a sedersi sulla panchina della Sampdoria da 7 anni. E l’ultimo prima di lui fu proprio il connazionale che, da poche settimane, è stato allontanato dal Bologna, prossimo avversario dei blucerchiati. Un filo conduttore che si riallaccia nel segno della Serbia, che a Genova ha avuto un predecessore di indiscusso spessore come Vujadin Boskov, di nazionalità Jugoslava ma nato in territori serbi.
Sampdoria, da serbo a serbo: le analogie tra Stankovic e Mihajlovic sulla panchina blucerchiata
LEGGI ANCHE Calciomercato Sampdoria, Faggiano e il legame con Cheddira: ha creduto in lui
Tocca a Stankovic prendere l’eredità di Giampaolo e risollevare la Sampdoria, come nel 2013 toccò a Mihajlovic, che alla dodicesima giornata subentrò a Delio Rossi. Quell’anno i blucerchiati chiusero al dodicesimo posto, con un lavoro egregio di Sinisa che poi si riconfermò la stagione successiva con la qualificazione ai preliminari di Europa League (persi, ironia della sorte, coi serbi del Vojvodina).
E i legami non finiscono qui, perché tutti e due i tecnici serbi della storia recente della Sampdoria hanno scelto come vice allenatore la stessa persona: Nenad Sakic, classe 1971 e di nazionalità serba, che diventerà il vice di Stankovic. Ma che a Genova è stato prima calciatore dal 1998 al 2005, con 136 presenze e una rete, e poi secondo di Mihajlovic nell’anno e mezzo a cavallo tra il 2013 e il 2015. Un uomo che conosce da ogni punto di vista l’ambiente della Sampdoria e che saprà essere la spalla del nuovo tecnico suo connazionale.
Una specie di dinastia dalla Serbia, un passaggio di testimone tra Mihajlovic e Stankovic, che proverà a portare la carica balcanica nello spogliatoio della Sampdoria. Come aveva fatto Sinisa prima di lui.