La Sampdoria giocherà il derby con lo Spezia, ma per Claudio Ranieri una stracittadina (e il calcio in generale) senza tifosi non è la stessa cosa.
Mancano poche ore al derby ligure che vedrà fronteggiarsi Sampdoria e Spezia mercoledì sera a Marassi, ore 20:45. Una partita alla quale le due squadre arrivano con situazioni di classifica molto diverse: la squadra di Claudio Ranieri lotta solo con se stessa, per provare a raggiungere l’obiettivo dei 52 punti; gli uomini di Vincenzo Italiano invece si stanno giocando la Serie A.
Ma a prescindere dagli obiettivi di classifica, Sampdoria-Spezia è a tutti gli effetti un derby, che quindi deve essere carico di quel “pepe” tipico di queste partite. E ciò che manca di più ai derby e al calcio in generale, per Ranieri, sono i tifosi:
Contro lo Spezia giocheremo un vero e proprio derby. La Spezia è qui vicina a noi e quindi sono propriamente rivali particolari, coi quali è giusto che ci sia un po’ di pepe. Queste rivalità sono il bello del calcio, anche se ripeto per l’ennesima volta che senza tifosi lo sport non è più lo stesso. Mancano assolutamente sugli spalti, il tifo, l’incitamento: con gli stadi vuoti stiamo giocando e parlando di un altro calcio. Il tifo ci è mancato tantissimo, perché abbiamo giocato con più difficoltà senza quel pathos e quel calore che i tifosi della Sampdoria sanno trasmettere
Ranieri sa bene che il bello di un derby sta proprio nei tifosi che incitano le rispettive squadre, nutrendo ancora di più la sentita rivalità sul campo. Ma i tifosi ancora non saranno presenti sulle gradinate, come ormai avviene da un anno. E il calcio nel frattempo è cambiato tantissimo.
Sampdoria e calcio senza tifosi: un anno e mezzo disastroso
Sampdoria-Spezia, un derby senza tifosi. Il rammarico di Ranieri
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Ranieri infatti traccia un bilancio, a poche partite dalla fine della stagione, delle impressioni avute da questo anno e mezzo trascorso alla Sampdoria. E non può non riscontrare come il calcio sia molto diverso da quello che si praticava prima del Covid:
Ora mancano le ultime tre partite di una stagione assurda, con gli stadi tutti chiusi e senza tifosi. In questo anno e mezzo i calciatori non hanno mai staccato la spina, abbiamo giocato fino a metà luglio la scorsa stagione per poi avere quattro settimane appena di stop. Due erano di vacanze, le altre invece di lavoro in preparazione a questo campionati che sta finendo. E’ stato un anno e mezzo disastroso dal punto di vista dello sport.