Renzo Ulivieri ha raccontato com’è arrivata la promozione della Sampdoria nel 1982: anche lui, come Andrea Sottil, era subentrato…
La Sampdoria di Paolo Mantovani è nata da…Renzo Ulivieri. Fu lui, nel 1982, a riportare in Serie A i blucerchiati, subentrando a stagione in corso, proprio come Andrea Sottil. Il tecnico può ripercorrere quella cavalcata e l’ex allenatore, all’edizione genovese de La Repubblica, spiega come arrivò a quel grande risultato.
Serve la testa. Quella fa la differenza. Più delle qualità – che devono esserci. Serve la testa giusta per centrare un obiettivo importante e difficile:
E’ la testa a fare la differenza, cercai di trovare subito un equilibrio nel gruppo, non caricare troppo le partite e instaurare la giusta sintonia con la squadra. Troppa pressione non aiuta. Mi innamorai di questo gruppo di ragazzi e insieme centrammo un obiettivo molto importante.
Tutto sembrava sfumato a un certo punto. Ma Ulivieri non si perse d’animo, sorretto ancora da Paolo Mantovani e Claudio Nassi, allora direttore sportivo:
Ricordo che il presidente Mantovani ci chiamò il giorno successivo e ci disse di cominciare a preparare la stagione seguente. Gli dissi che volevo ancora provarci per almeno quattro partite, anche se avevamo solo il 5% di possibilità, e centrammo una serie di vittorie che ci permise di centrare la promozione con una giornata di anticipo.
Sampdoria, Ulivieri: la promozione fu una festa del popolo
Sampdoria, Sottil fai come Renzo Ulivieri: ecco com’è arrivata la promozione dell’82
LEGGI ANCHE Sampdoria, scontri nel derby: Fabio Quagliarella sorpreso. Le parole
Quella era anche una squadra molto forte nonostante alcune lacune. C’erano giocatori di qualità, tanto che Ulivieri stesso si convinse di andare avanti anche con un centrocampo, in teoria, da completare. Lavorò di reparto, anche sull’attacco, a cui mancava il classico numero nove:
Era una squadra forte. Avevamo Patrizio Sala, Manzo, Roselli, Bellotto, Scanziani, tanta roba, però, non c’era il regista. Parlai alla squadra e mi convinsi ad andare avanti così, anche se Mantovani era di parere opposto. Diventai l’allenatore che era contrario al regista, ma non era vero. Vennero i primi risultati e aumentò la convinzione di tutti. Lavorai molto sul reparto, Zanone si spostava tanto a destra e anche Sella e Garritano non risparmiavano energie. Sandro aveva un gran tempo di entrata, era bravissimo negli inserimenti e di testa.
E poi fu festa. Una festa del popolo, la stessa che Andrea Sottil e i suoi ragazzi sperano di fare a fine anno. Con cortei per Genova e macchine, per festeggiare un ritorno in Serie A dopo due anni di “purgatorio”:
Mi sento di definirla, prima di tutto, una festa per una vittoria di popolo, i tifosi ci avevano dato un grande supporto e così la gioia divenne ancora più intensa. La notte andai in giro per la città in macchina per respirare l’emozione di tutta quella gente, che aveva riempito Genova con i cortei di macchine e tanto entusiasmo. Fu un piacere vissuto in disparte, quasi intimo, ma ancora più intenso