Il momento è difficile in casa Sampdoria. Ma sceicco o no per fortuna ci sono i nostri tifosi che hanno scelto di restare vicino alla squadra di Stankovic…
I Sampdoriani, quelli che vivono per la Sampdoria, stanno affrontando il momento più difficile della storia blucerchiata.
Eppure momenti duri ce ne sono stati tanti. Questa gente è abituata a lottare per la propria fede, ad andare oltre ogni pregiudizio, a vivere per un senso di appartenenza che la contraddistingue facendo passare in secondo piano qualsiasi risultato sportivo.
Dopo l’era Paolo Mantovani, che ha insegnato ai tifosi blucerchiati a vincere e a farlo in maniera differente e unica, non è stato un percorso semplice.
Complice la sfortuna e l’inesperienza, il capitolo Enrico Mantovani, che sulle spalle aveva un carico troppo pesante da sostenere, si chiude nel peggiore dei modi. Durante quel tragitto, che ha visto transitare a Genova talenti di grandissimo spessore, ci si poteva sentire sempre in bilico ma sicuramente amati. Voluti.
Sensazione che non si conosce durante l’era Garrone.
Riccardo Garrone non era amante del calcio e nel calcio avrebbe preferito non entrarci ma per un senso di responsabilità salva la Samp e, come nelle migliori fiabe, fuori da ogni previsione, se ne innamora.
Dopo la scomparsa del padre, Edoardo Garrone, sostenuto, si fa per dire, dalla sua famiglia, diventa il nuovo presidente della Sampdoria. Il suo percorso è travagliato perché lui, che tifoso lo è davvero, fa pesare il suo impegno giorno dopo giorno.
“L’unico giorno felice della mia presidenza l’ho vissuto a Varese”.
Questa frase ne è la testimonianza. Fin qui, però, tutto bene.
Sampdoria, sceicco o no per fortuna ci sono i nostri tifosi…
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Eh sì, perché il peggio deve ancora arrivare e si chiama come tutti sappiamo.
Otto anni di offese, continue mancanze di rispetto nei confronti dei tifosi e della storia di questa società. Otto anni che neanche uno sceneggiatore di film horror, tanto per rimanere in tema Halloween, sarebbe stato in grado di scrivere “meglio”.
Ma, e veniamo al dunque, si dice che anche le brutte esperienze, i momenti no, possano regalare qualcosa di buono e questo finale ferreriano ha lasciato un ulteriore, grande consapevolezza.
Gli insegnamenti di quegli anni ormai lontani hanno formato la mentalità di una tifoseria esemplare. Se ne parla troppo poco e con troppa facilità si rischia di cadere nel tranello delle frasi fatte, nella banalità, ma non deve, per nessun motivo al mondo, passare in secondo piano quello che in questo periodo difficilissimo sta accadendo a Genova.
Un atto d’amore immenso, senza precedenti. Una tifoseria che, con tutte le ossa rotte, si aggrappa alla sola fedeltà, si rialza e cammina, segnando il sentiero con passo fermo e deciso, superando ogni ostacolo con la propria dignità e scrivendo una delle pagine più emozionanti della storia della Sampdoria.
Venezia, Verona, Bologna, Cremona… Solo alcune delle trasferte simbolo di questi anni. Basta avere negli occhi le immagini delle bandiere che hanno colorato le partite lontano da Genova per comprendere tutta la passione di questa gente.
Fedeltà. In salute e in malattia. Nel bene e nel male, sempre.
Chi meglio dei Sampdoriani di ieri, ma soprattutto di oggi, può esserne testimone?
A voi la risposta…