Claudio Ranieri spesso attua rivoluzioni alla formazione della Sampdoria nell’intervallo: quasi mai i molti cambi portano benefici al risultato
Claudio Ranieri è stato fin da subito favorevole all’introduzione dei cinque cambi e, infatti, è uno dei tecnici che fa più sostituzioni in Serie A. In trentacinque partite ha effettuato 142 cambi, con una media di quattro a partita. Meno di De Zerbi (4.7) e Italiano (4.8). Le rivoluzioni di Sir Claudio, però, quasi mai cambiano le partite.
Il problema è infatti che i tanti cambi raramente hanno una vera incidenza sul risultato, soprattutto quando avvengono nell’intervallo. Anche a San Siro il tecnico ha effettuato ben quattro cambi tra primo e secondo tempo, senza ottenere però un cambio di marcia. Anzi, gli ingressi di Yoshida, Verre, Damsgaard ed Ekdal sono serviti solo a far fare altri due goal all’Inter.
Le rivoluzioni di Ranieri non servono
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In casa del Torino, all’andata, i quattro cambi avevano portato inizialmente a ribaltare l’1-0 granata, per poi, però ottenere solo un pareggio per 2-2, ma rimane un caso isolato. Alla prima di campionato, con la Juventus in vantaggio 1-0, entrarono Quagliarella, Yoshida e Ramirez per Leris, Verre e Depaoli, ma i bianconeri, alla fine, vinsero 3-0.
Contro il Milan, al riposo sotto 1-0, Ranieri inserì Colley, Ekdal e Damsgaaard per Bereszynski, Silva e Jankto, ma subì la seconda rete. Prima del goal della bandiera proprio di Ekdal. A Roma con la Lazio le due sostituzioni nell’intervallo (Jankto e Bereszynski per Ramirez e Yoshida) non servirono ad agguantare l’1-1.
I dati non quindi a favore di Claudio Ranieri che, anzi, spesso sbaglia la formazione iniziale e prova, in qualche modo, a correggersi. Forse preso dalla foga, ma senza riuscire a dare una vera svolta alle partite.