Roberto D’Aversa si è ripreso la Sampdoria nel giro di meno di un mese: il tecnico ha rischiato l’esonero, ma ora è saldamente alla guida della squadra
Gli ultimi venti giorni hanno capovolto il destino di Roberto D’Aversa. Il tecnico della Sampdoria, dopo la sconfitta contro la Lazio del 5 dicembre, era di fatto giunto al termine della sua avventura. Con Ferrero che si era recato a Milano per mettere sotto contratto Stankovic. Poi l’arresto del presidente ha rimescolato le carte in tavola.
L’ex tecnico del Parma ha saputo trarre il meglio dai suoi calciatori da una situazione molto difficile. Che si sommava a una classifica che vedeva la Sampdoria con appena 15 punti in sedici partite e a quattro giorni da un derby decisivo. Squadra e allenatore, però, si sono compattati, hanno vinto con il Genoa e, nelle ultime tre gare, hanno fatto cinque punti. Con la ciliegina dell’ottima prova all’Olimpico contro la Roma.
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Se si considerano, poi, le ultime sette partite – dalla Salernitana, la prima gara dentro-fuori per D’Aversa – i punti sono undici. I motivi di questo cambio di passo sono diversi. A cominciare dal ritrovamento di Manolo Gabbiadini, cinque goal nelle ultime cinque partite, che hanno svegliato un attacco latitante. Sono cinque, infatti, le reti messe insieme dal resto del reparto (Quagliarella, Caputo e Torregrossa).
Nonostante l’assenza di un esterno vero dopo l’infortunio di Damsgaard, D’Aversa sta riuscendo a schierare un 4-4-2 molto efficace. Sfruttando la duttilità di Thorsby, Verre e il grande sacrificio di Candreva, uno degli uomini in più di questo girone d’andata.