Angelo Da Costa, ex portiere di Sampdoria e Bologna, ricorda la gioia dei playoff: era lui a difendere i pali nelle notti che portarono alla promozione
Angelo Da Costa negli ultimi undici anni ha vestito solo due maglie: quella della Sampdoria e quella del Bologna con cui, al termine della scorsa stagione, si è ritirato. I tifosi blucerchiati lo portano nel cuore fin dal lontano 2012, ovverosia da quando difese i pali durante le sfide contro Sassuolo e Varese nei playoff di Serie B.
Un cuore diviso a metà per Da Costa, come affermato da lui stesso nella lunga intervista a Repubblica. Mezzo blucerchiato e mezzo rossoblù, ovviamente rossoblù del Bologna:
Non posso che ringraziare i tifosi per l’affetto che ho ricevuto. Abbiamo sofferto insieme e riconquistato la A. Sono emozioni che ti legano all’ambiente ed alla gente. Durante il periodo a Genova ho incontrato mia moglie Carlotta, a Bologna sono nati i miei figli, Tommaso e Leonardo.
L’avventura alla Sampdoria, però, non iniziò nel migliore dei modi. Da Costa arrivò infatti nell’estate del 2010, vivendo al suo primo anno il trauma della retrocessione:
Ho sofferto tanto, vedevo la grande passione dei tifosi e stavo male. Lo considero il momento più difficile della mia carriera. Avevo giocato poco, ma sentivo questa responsabilità, come tanti compagni, e questo peso a livello psicologico ha condizionato anche il torneo seguente.
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L’anno, dopo, la Sampdoria agganciò i playoff e, dopo una grande cavalcata, tornò subito in Serie A. Con Da Costa a difendere i pali:
Fu bellissimo dopo un anno molto difficile. Tanta pressione, avevo una voglia incredibile di regalare una gioia ai tifosi. La Sampdoria in B non si poteva vedere. Ci furono tante difficoltà. Mi ricordo soprattutto i play off, tre partite emozionanti.
L’ex portiere non ha dubbi nell’indicare quale sia stata la partita più difficile. Le battaglie con Sassuolo e, soprattutto, Varese rimangono le gioie più belle della carriera di Da Costa, che non dimentica la festa in piazza dei tifosi:
Il ritorno a Sassuolo fu il passo decisivo. Ricordo il rigore parato all’andata, ma la seconda gara fu molto palpitante. Non posso dimenticare Varese, un’altra sofferenza. La traversa, la pioggia incessante, una serata da ricordare. Quella promozione rimane la mia soddisfazione più grande. Non dimenticherò mai il ritorno in pullman dopo il successo nella finale, i tantissimi tifosi all’autogrill e la festa in piazza. Fu bello anche per Garrone: mi manca.