Claudio Ranieri, vincitore di una Premier League inaspettata con il Leicester, prima ancora che il progetto Superlega fallisse, si era schierato contro
L’idea della Superlega, durata appena quarantotto ore, non è piaciuta a gran parte del mondo del calcio. Su tutti Claudio Ranieri, che con il suo Leicester nel 2016 scrisse una grande pagina di sport, arrivando a vincere la Premier League da completo outsider. Sir Claudio, alla Gazzetta, si è espresso duramente contro la Superlega:
Una follia. E un tradimento di uno dei principi fondamentali dello sport: la meritocrazia. In Inghilterra hanno ben presente quali siano le leggi fondamentali dello sport. Aggiungo un particolare: la bellezza del calcio risiede nel fatto che il più povero può sempre battere quello più forte.
L’idea della Superlega era nata per provare a tappare i grossi buchi di bilancio delle società. Secondo Sir Claudio, però, questo non è il metodo giusto per uscire dal tunnel in cui si sta infilando il mondo del calcio:
Questi club hanno buchi di bilancio giganteschi e provano a mettere una toppa in questo modo. Ma non è la soluzione, anche perché se mai questo progetto dovesse decollare, ci sarà la corsa al rialzo: stipendi, commissioni, mercato. Il buco peggiorerà e raggiungerà dimensioni ancora più spaventose.
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In Italia le fautrici di questa Superlega erano le tre grandi: Juventus, Milan e Inter. Ranieri, più che alle proprietà straniere delle due milanesi, si rivolge ad Andrea Agnelli, presidente bianconero:
Milan e Inter hanno proprietari stranieri: hai costruito la tua storia in Italia, hai 11 milioni di tifosi e non puoi voltare le spalle a tutto questo.
La rinuncia alla Superlega è partita dalle squadre inglesi: prima il Manchester City, poi il Chelsea, fino all’uscita di tutte e sei le squadre di Premier League. Stando alla cultura inglese descritta da Ranieri il passo indietro si poteva prevedere:
Il Leicester compattò culture diverse. Il calcio ha un’enorme valenza sociale che non può essere calpestata dalle manie di grandezza di un numero limitato di ricchi incapaci di gestire il loro patrimonio.