Ranieri cambia quasi quattro volte a partita, ma concede ai subentrati pochi minuti: i neo-entrati della Sampdoria giocano in media venti minuti
Contro l’Udinese Ranieri si è risvegliato. Dopo un’ora in cui la squadra ha fatto molta fatica, ha cambiato uomini – tre – e modulo, passando prima al 3-5-2 poi al 3-4-1-2 con l’ingresso di Ramirez. Sir Claudio, in una settimana, è passato dai cambi tardivi di La Spezia, a quelli tempestivi del match del Ferraris. La storia della stagione, però, racconta altro.
Ranieri, uno di quelli che più si era battuto per i cinque cambi, in stagione ne ha effettuati 74 sui 90 totali, con una media di quasi quattro a partita. Tuttavia, ciò che sorprende è il minutaggio concesso ai subentrati. Stando a uno studio dell’Osservatorio Calcistico Cies, la Sampdoria ha una formazione tipo di undici giocatori rimasti in campo per il 75,9% del tempo: Audero, Colley, Tonelli, Yoshida, Bereszynski, Augello, Candreva, Thorsby, Ekdal, Jankto, Quagliarella.
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In Serie A solo Crotone, Bologna e Cagliari presentano una percentuale superiore. Questo significa, che il tempo per chi subentra è molto ridotto. Chi entra dalla panchina, infatti, gioca per una media di venti minuti. Che, inoltre, è vicina alla media tra i dieci concessi a Verre e Quagliarella con lo Spezia e i trenta concessi a Torregrossa, Thorsby e Keita con l’Udinese.