Ci sono stati alcuni giocatori che hanno provato a riciclarsi alla Sampdoria: chi ha fatto bene, come Quagliarella, e chi ha deluso come Cassano
L’età è solo un numero. Un bel detto, che, non sempre, rispecchia la realtà. Lo sa bene la Sampdoria che, ha sì un Quagliarella che continua a segnare anche a 37 anni, ma che in passato è stata scottata da alcune storie non entusiasmanti, come quella di Cassano e non solo. Storie di giocatori che si riciclano e ci provano ancora, nonostante carriere importanti alle spalle, ma che non lasciano un segno. Come Samuel Eto’o, campione internazionale, vincitore di ben tre Champions League, giunto in blucerchiato nell’inverno del 2015, a 34 anni.
Un contratto di 30 mesi e un entusiasmo alle stelle lasciarono presto spazio alla delusione. L’immagine dell’attaccante dirompente era ormai sbiadita, tanto che Eto’o risolse il contratto dopo appena sei mesi e la miseria di due goal in 18 presenze.
E poi ci sono i ritorni. Quello di Cassano nel 2015 aveva tutte le caratteristiche per una produzione hollywoodiana. Il ritorno del figliol prodigo dopo il litigio feroce con Garrone. Due goal e quattro assist in 24 partite per il 33enne, poi la nuova rottura, gli allenamenti con la primavera e l’addio. Stavolta definitivo.
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Si parla di ritorni, si parla di Fabio L’immortale. Tornato a Genova nel 2016, dopo nove anni in cui ha girato l’Italia su e giù, Quagliarella ci ha messo poco a riprendersi la Samp. Carisma, leadership, goal e magie. Tanti goal, come nel 2019 quando furono 26, e tante magie, come il tacco al Napoli. Il record di Batistuta raggiunta e l’onore di essere il marcatore più anziano nella storia della Nazionale, in cui è tornato dopo 8 anni. Una storia di un ritorno a lietissimo fine, di un giocatore che guarda la sua carta d’identità e ignora il 1983, l’anno di nascita.