Giornata di festa in casa Sampdoria per Quagliarella. Per Pirlo, per Esposito non per De Luca. Ma anche per Kasami vero leader di questa squadra
Ciao Fabio Quagliarella. Ciao Capitano. Questa è davvero l’ultima volta che ci salutiamo. L’abbiamo fatto anche di persona, dopo esserti asciugato qualche lacrima, prima di andare a sedere vicino alla donna che hai scelto per la vita. Normale. Tanto affetto fa effetto. Un affetto guadagnato sul campo. Non solo con i goal, troppo semplice per un come te. Guadagnato con il tuo modo di stare in campo, comportati fuori.
L’ho scritto, anche se non ne abbiamo mai parlato. Io ti avrei tenuto ancora un anno. Ancora una stagione come giocatore simbolo di una grande Sampdoria. Ti avrei tenuto perché venti minuti uno come te in Serie B li può giocare. Può risolvere ancora delle partite. A nostro favore.
Ma non sono io l’allenatore, non sono io nemmeno la proprietà. Ma faccio un pensiero. Piccolo senza che nessuno questa volta si offenda. Ma perché aspettare il 9 dicembre 2023? Perché non salutarlo e celebrarlo prima? Magari a settembre…
Perché se crediamo alle parole di Fabio, e io ci credo, lui voleva solo la Sampdoria. Nessun’altra squadra. E la Samp aveva deciso a luglio il suo addio. Un addio amaro ripeto. Meglio tardi che mai ci mancherebbe. Ma quella maglia speciale andrebbe ora ritirata. Come sarebbe stata da ritirare la numero 9, quella di Gianluca Vialli. Come sarebbe stata da dedicare la nostra Gradinata Sud sempre a lui, a LV. È passato poco meno di un anno. Certo, e non è un alibi, e in questo forse la nuova proprietà non ha colpe. E colpe non è nemmeno il termine più corretto da usare. Poteva pensarci Marco Lanna? Non lo so a chi spettasse questa decisione. Però andava fatta, va fatta.
Quando si vince non ci sono polemiche. Ma secondo me è proprio quando si vince che bisogna riflettere su cosa non va ancora, su cosa si può migliorare. Ovviamente il mercato, parte il prossimo 2 gennaio, potrebbe finalmente dare una mano ad Andrea Pirlo che però ha dimostrato di saperci fare anche con quello che il convento gli ha passato…
A stupire è il rapporto che si è creato tra allenatore e squadra, tra tecnico e ogni suo giocatore. Ogni goal è per lui. C’è un abbraccio, c’è una mischia dove lui è sempre in mezzo, è pienamente coinvolto. Giusto non mandarlo via. Giusto puntare ancora su di lui. I risultati sono altalenanti. Un sabato vinci, quello dopo perdi e pure male. Poi sei nuovamente a festeggiare. Io lo ripeto: siamo ancora in corsa per la promozione. Siamo da Serie A. Ce la faremo? Non lo so. Ma io continuo a crederci. A credere che Pirlo alla fine non sia stata una scommessa. Vedremo. Intanto ha cambiato modulo, non è da tutti gli allenatori, e ha vinto scoprendo, almeno io, che Stojanovic e Giordano possono fare più male da esterni alti che da terzini puri.
Sampdoria, Esposito bomber e Kasami leader le armi promozione di Andrea Pirlo
Sampdoria, Quagliarella Capitano per sempre. Pirlo papà perfetto, De Luca è un problema, Esposito una benedizione, Kasami un leader
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È stato un sabato pieno di emozioni. Le prime ce le ha regalate Filip Stankovic. Due parate da numero uno. Poi Sebastiano Esposito in giornata di grazia. Due reti belle, bellissime. Ma ha ragione Pirlo: potevano essere di più. Molte di più. Si rifarà presto, speriamo già da Reggio Emilia.
Intanto abbiamo altre due certezze: la prima è che Seba non può fare l a prima punta. Assolutamente no. Lui deve partire da dietro, deve sentirsi libero da marcature. Il risultato si è visto prima a Modena e ora contro il Lecco. Ma come detto non dobbiamo accontentarci prima di tutto lui, poi anche noi.
L’altra amara certezza è che Manuel De Luca continua a essere un problema. Non lo butta dentro. Probabilmente oggi non ci riuscirebbe nemmeno con le mani. E non va bene. Perché lui è la prima punta, lui è il punto d’appoggio di tutti. E se non ci dà di testa almeno con i piedi davanti al portiere dovrebbe riuscire a infilare una palla in rete. Riprovare con La Gumina? Si certo, sarebbe la mossa della disperazione in attesa del mercato di riparazione, di un attaccante a poco, o svincolato o infelice in qualche altra squadra. Bisogna essere di bocca buona e non lamentarsi.
Ultimo pensiero, nuovamente positivo, su Pajtim Kasami. Mamma mia. Ora che ha ripreso il peso forma, la sua condizione. Che giocatore. Si vede che è di un’altra categoria. Si vede che lui la Serie B se la mangia a colazione. E in una squadra di giovinastri in cerca di fortuna e vecchi lupi di mare dal pelo consumato, lui risalta per qualità, carattere e carisma. È lui il vero leader della Sampdoria di oggi. È lui che meriterebbe la fascia da capitano. Non altri.
Kasami è uno svincolato di lusso. Uno dei regali di questa dirigenza tanto criticata ma che quando vuole, quando può sa fare le cose anche per benino. Adesso a gennaio c’è la prova del nove. Bisognerà liberarsi di qualcuno per far entrare altri. Sono curioso. E voi?