Sampdoria, dopo un mese di Pirlo ecco come il nuovo tecnico sta cercando di dare forma alla squadra con cui puntare al ritorno in Serie A
Era il 28 giugno 2023, al nuovo Waterfront di Levante, nella cornice di The Ocean Race, veniva presentato alla stampa il nuovo allenatore della Sampdoria, Andrea Pirlo. Il Maestro è stata la scommessa di Andrea Radrizzani, Matteo Manfredi e Nicola Legrottaglie, che hanno scelto un tecnico giovane, di caratura internazionale, con un passato vincente come la sua mentalità e un calcio offensivo, propositivo.
A distanza di un mese esatto, è presto per dire se quella scommessa sia stata vinta. Ma in questi 30 giorni la mano di Pirlo si è già vista. Il Maestro sta lavorando sulla Sampdoria per farla diventare la sua Sampdoria. E le prime avvisaglie corrispondono a quanto ha dichiarato lui stesso nelle sue prime interviste da blucerchiato: tanto entusiasmo, ambizione di Serie A ma con umiltà, lavoro e gioco all’attacco.
Dal ritiro di Livigno si sono capite molte cose sul suo modo di lavorare e sulle sue idee. Intanto il modulo: 4-3-3, tanto fraseggio, terzini di spinta e inserimenti delle mezzali, con gli esterni che stringono e crossano. Negli allenamenti il lavoro si è concentrato sul concetto principale del credo di Pirlo: il possesso palla.
Tantissimo lavoro su torelli 5 contro 2, su palleggio e pressing, perché serve anche riconquistare palla velocemente. Dominio del gioco, in poche parole. Ed è esemplificativo di questo un particolare esercizio, con la squadra divisa in tre gruppi, uno a lato che deve palleggiare, il secondo che va in pressing, il terzo che aspetta, all’estremo opposto del campo rispetto al primo, un lancio da questo, al raggiungimento di un tot di passaggi fatti. E i gruppi sono intercambiabili, se chi ha la palla sbaglia gli tocca difendere. Possesso e pressing, con ritmi alti e il concetto base: se fai un buon palleggio, corri meno.
Poi naturalmente c’è stato il lavoro sulla parte atletica, l’aerobica e la corsa, ma anche gli esercizi di tecnica hanno occupato uno spazio importante. Ogni singolo passaggio è fondamentale. Non per niente si tratta di una squadra di Pirlo.
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Le amichevoli hanno dato già qualche indizio su cosa aspettarci, fermo restando che bisogna tener presente chi c’era davanti e che si tratta di calcio di luglio. Ma per prima cosa, colpisce la quantità di giovani di questa rosa. Non tutti rimarranno alla Sampdoria, ma ci sono profili molto interessanti come Marco Delle Monache, che rappresenta una novità intrigante, soprattutto perché è un 2005. Oppure Matteo Stoppa, reduce da una buona annata in Serie C e tra i protagonisti del ritiro. Come lui anche Lorenzo Di Stefano.
Poi i ritorni di Antonino La Gumina, che quest’anno sta facendo una buona preparazione e punta alla conferma in blucerchiato. Insieme a lui Manolo Gabbiadini, che Pirlo vede come prima punta, Manuel De Luca, rientrato in gruppo solo negli ultimi giorni di Livigno, e Daniele Montevago, che si prepara alla prima stagione del tutto tra i professionisti. Sono 4 giocatori per una maglia, evidentemente troppi.
Ma gli attaccanti hanno dato buoni segnali nelle amichevoli. Hanno già segnato in gran numero, e non solo uno di loro. Ottima notizia dopo una stagione in cui i blucerchiati hanno centrato pochissimo la porta. Per esempio, è già scoppiata la scintilla tra i sampdoriani e Fabio Borini, nuovo acquisto della Sampdoria che è andato a segno nell’ultimo test del ritiro contro la Pro Patria. Un giocatore fuoriclasse per la Serie B, che Pirlo ha voluto con sé dopo l’esperienza al Fatih Karagumruk.
Ecco, a proposito, un indizio del mercato: il Maestro ha chiesto come primi due rinforzi Borini e Matteo Ricci (ancora mai visto in campo), giocatori che già conoscono il suo calcio e che sappiano fare da chiocce a un gruppo giovane, che deve apprendere in fretta gli schemi di Pirlo. Il terzo rinforzo, Antonio Barreca, è esperto della categoria, ha già conquistato 3 promozioni in Serie A. Creare un gruppo di alcuni veterani che aiutino i giovani a performare sembra il mantra. Poi Stefano Girelli e Simone Panada, due giovani centrocampisti di prospettiva.
Già, centrocampisti. Il reparto di cui Pirlo è stato, da giocatore, un’icona, è in evidente sovrannumero e continuano ad arrivare rinforzi dal mercato, indizio che qualcuno dovrà partire. Mentre la Sampdoria ha bisogno in assoluto di difensori centrali, unico reparto in cui per ora i numeri sono insufficienti. Non per i terzini, dove il Maestro conta 3 giocatori per fascia. Così come per la porta, dove però il lussuoso dualismo Emil Audero e Wlaidimiro Falcone (con dietro Nicola Ravaglia e Ivan Saio) sembra sulla via della risoluzione, con beneficio per le casse societarie.
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Questa la rosa su cui Pirlo si è trovato a lavorare nei primi giorni da tecnico della Sampdoria. Ma non era per niente da solo. Una consuetudine degli allenamenti blucerchiati è stata il confronto diretto. In primis coi giocatori, coi quali si intratteneva a parlare a tu per tu, come fosse un compagno di squadra. Ma il Maestro ha sempre cercato di confrontarsi con i membri del suo staff, considerati più che collaboratori.
Soprattutto a Baronio, Bertoni e Bertelli, Pirlo delegava e lasciava che lavorassero coi giocatori, che spiegassero gli esercizi, mentre lui non stava di certo in disparte, ma osservava attento l’andamento di tutto. E, in caso di necessità, dispensava consigli. Poi però, quando si lavorava sulla tattica, saliva in cattedra lui. La collaborazione con lo staff è parsa da subito una peculiarità del nuovo allenatore della Sampdoria: si è un team anche se non si scende in campo.
E per questo c’erano spesso confronti serrati anche con i membri della società: Legrottaglie e Andrea Mancini i più presenti, ma anche Andrea Radrizzani, Matteo Manfredi e Lorenzo Giani. Colloqui a bordocampo e in albergo, tanti faccia a faccia per definire la strategia e costruire la Sampdoria. Pirlo di sicuro non è sembrato un eroe solitario, nemmeno uno a cui piace urlare: parla con decisione e si fa capire con poche parole, senza sbottare.
I primi 30 giorni di Pirlo alla Sampdoria hanno dato indizi importanti, impressioni positive e segnali chiari di quale sia la direzione che vuole intraprendere. I prossimi 30 giorni faranno entrare tutto quanto nel vivo, i nodi dovranno venire al pettine. Ma le parole d’ordine restano quelle: entusiasmo, ambizione con umiltà, lavoro e calcio offensivo.