La Sampdoria di Dejan Stankovic, per salvarsi ha bisogno dei suoi uomini di qualità: Gabbiadini, Djuricic, Villar e Sabiri…
Mentre tiene banco la trattativa per la cessione della società, c’è un aspetto che non andrebbe sottovalutato nell’attuale momento della Sampdoria, e che – se distrae tifosi e osservatori – figuriamoci chi la vive da dentro. È l’aspetto tecnico.
A chi immaginava, o sperava, che il cambio di timoniere potesse dare una svolta immediata a gioco e risultati, le prime tre partite non hanno portato né certezze né particolari motivi per sorridere.
Certo, lo spirito sembra diverso, l’applicazione anche, ma per il resto la squadra sembra non riuscire a scrollarsi di dosso una serie di difetti che vengono da lontano.
Proviamo ad esaminarne tre.
Il primo riguarda la perversa tendenza alla distrazione difensiva. Anche nel corso di gare nelle quali la formazione blucerchiata sembra in controllo, fatale quanto immancabile arriva il buco, la lettura errata, che orienta la gara verso il lato avversario.
È successo anche in Coppa Italia contro l’Ascoli, che dopo mezz’ora di niente assoluto ha trovato un varco centrale, neanche troppo difficile da leggere, che ha di fatto girato una partita fino a quel momento gestita senza patemi.
Il secondo arriva all’attacco. La Sampdoria non riesce mai a dare l’impressione di essere veramente pericolosa, pur arrivando di frequente al limite dell’area avversaria, anche contro formazioni di qualità superiore.
Guardando ai sette goal segnati su azione tra campionato e Coppa Italia, solo uno – quello di Verre giovedì – è stato un gol “facile”, di quelli in cui metti l’uomo davanti al portiere.
Tutti gli altri sono stati gol costruiti con una giocata e non scontati. Un po’ il contrario di quelli subiti.
Sampdoria, Stankovic ha bisogno di Gabbiadini, Villar, Djuricic e Sabiri…
Sampdoria, per salvarsi Stankovic ha bisogno dei suoi uomini di qualità
E qui arriviamo al terzo punto, forse il più delicato. E cioè la fatica che stanno facendo i giocatori di maggior tecnica.
Gabbiadini si sbatte tantissimo, e si vede che ne ha una voglia matta, ma deve ritrovare la forma migliore. Ecco, lui sarebbe uno di quelli in grado di costruire una rete partendo da zero.
Villar, finora, è stato molto deludente. Tecnicamente c’è e si vede, ma è lento di azione e di pensiero, quando – per la tipologia di attaccanti in distinta – sarebbe indispensabile l’accelerazione immediata.
Djuricic appare in ripresa e può diventare un leader di questa squadra. Dà però l’impressione di non aver ancora trovato la posizione ideale in campo, e spesso eccede nei personalismi.
Infine, Sabiri. Personalmente ho un’autentica venerazione per questo ragazzo, che ha doti notevoli e coraggio da vendere. È però forse entrato in forma troppo presto, e attualmente vive un’involuzione palpabile.
Non secondario il fatto che, da fattore sorpresa, sia diventato il pericolo pubblico numero uno per chi affronta i blucerchiati. Ma oggi, sempre spalle alla porta, risulta inefficace e depotenziato.
Concludo dicendo, con Boskov, che come gioca centrocampo gioca squadra. Sia nel filtro senza palla, sia in costruzione dalla cintola in su.
La svolta può arrivare solo dagli uomini con maggiore qualità.
La aspettiamo, insieme a tutto il resto.