La Sampdoria di Marco Giampaolo si adatta al calcio che cambia e non ci sono più titolari o riserve: ormai si gioca in sedici. Le parole del tecnico.
Mancano meno di ventiquattr’ore alla sfida fondamentale in chiave salvezza tra la Sampdoria e l’Empoli. Una partita che Marco Giampaolo vuole vincere a tutti i costi contro la sua ex squadra, per ripartire dopo la sconfitta di San Siro.
Vincere contro l’Empoli è vitale per incominciare al meglio la strada delle ultime tredici partite. Tredici appuntamenti per la Sampdoria che, secondo Giampaolo, sono tutte importanti. Alcune, come dice lui stesso nella conferenza stampa pre partita, saranno pure “determinanti”:
Le partite adesso sono tutte importanti, questa e le successive. D’ora in avanti giocheremo soltanto partite importanti. E i giocatori sanno che poi arriveranno anche quelle determinanti.
Nella nuova Sampdoria di Giampaolo, tutta proiettata alla rincorsa salvezza, conterà la forza del gruppo, trovare in ognuno dei calciatori l’energia per combattere, senza responsabilizzarne alcuni più degli altri. Anche perché, stando a quanto dice il mister, in questa squadra non ci sono titolari fissi.
Giampaolo vuole una Sampdoria camaleontica: “Contestualizzeremo le partite”
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Così infatti Marco Giampaolo ha spiegato la sua filosofia di lavoro in allenamento, che si basa sul non escludere nessuno ma coinvolgere tutti:
Dobbiamo essere bravi a trovare risorse interne e capire come giocare di partita in partita. Probabilmente non giocheremo allo stesso modo da qui alla fine, contestualizzeremo le partite e tireremo fuori il meglio da ciascuno dei ragazzi. Ho un metodo di lavoro che non esclude nessuno, non me lo sono mai sognato nella mia vita. I venti si allenano sempre e ne voglio venti perché se fossero venticinque dovrei escluderne qualcuno. Io invece voglio che partecipino tutti.
L’interpretazione dell’allenatore della Sampdoria è figlia anche dei cambiamenti che ha subito il calcio, con le sostituzioni che, passate da tre a cinque, incidono molto di più sulle partite:
Poi oggi calcio è cambiato, perchè si gioca in undici ma si finisce in sedici e cinque cambi sono il 50% dei primi undici e cambiano completamente le squadre. Le squadre con una panchina folta e di qualità hanno la possibilità di cambiare le partite. I cambi ti possono affossare così come dare la spinta o il valore in più. Perciò non ci sono più titolari o riserve, ci sono undici che giocano e sedici che la finiscono.
Naturalmente si sa che ogni allenatore ha le sue preferenze e che alcuni giocatori, per dirla così, sono più titolari di altri. Basti pensare all’irremovibile Stefano Sensi o al ritrovato Nicola Murru. Ma forse ciò che intende davvero dire Giampaolo è che la Sampdoria, per salvarsi, ha bisogno della coesione e della forza del gruppo, che deve quindi arrivare da tutti, indifferentemente.