L’ex capitano della Sampdoria Luca Pellegrini ha ipotizzato il ruolo che ricoprirebbero i suoi compagni in società: Lanna presidente, Vialli in società
Nel suo libro “Sampdoria 1991. L’anno dello scudetto le cose mai dette” uscito a dicembre, Luca Pellegrini ha raccontato diversi episodi di quella squadra fantastica. Più che una squadra, una famiglia, guidata in modo intelligente e unico da Vujadin Boskov, il gestore di quel gruppo magnifico.
In un’intervista al Secolo, il capitano, afferma di coltivare, così come Marco Lanna, il sogno di riunire i ragazzi del 1991 alla guida della Sampdoria. Pellegrini ha le idee chiare sui compiti di ognuno, a cominciare dalla gestione societaria:
Sarebbe una storia stile Mantovani. Ci vorrebbe una proprietà che conoscesse quell’epopea e i suoi valori e che si fidasse ciecamente di quel gruppo di ragazzi sampdoriani diventati adulti sampdoriani. Mi sembra però che negli ultimi anni le società di calcio siano diventate appetibili quasi esclusivamente per le multinazionali.
Due presidenti, uno alla Boniperti, amministratore delegato, e sarebbe Vialli, l’altro Lanna, che si sta già impratichendo. Mancini dt più che allenatore, con Lombardo assistente.
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Nel sogno di Pellegrini per la Sampdoria, ci sarebbe l’introduzione degli allenatori di reparto. A ognuno verrebbe affidato un comparto della squadra, a cominciare dai portieri, messi nelle mani di Gianluca Pagliuca:
Creerei infatti la figura di allenatore di reparto. Pagliuca i portieri, Vierchowod Mannini i difensori, Pietro giocava sulla propria aggressività, Moreno su furbizia e intuito. Cerezo i centrocampisti. A Invernizzi il settore giovanile. Preparatore atletico Katanec. Dossena potrebbe ricoprire qualunque ruolo. E poi Pari, sarebbe un ottimo ds…. A me sarebbe piaciuto fare l’allenatore in seconda, ma quelli di una volta, alla Ciso Pezzotti.
Pellegrini approfondisce quella che sarebbe la sua figura. L’ex capitano non ha il patentino da allenatore, pertanto si vedrebbe in un ruolo di rappresentanza. Se poi Mancini dovesse chiamare:
Mi vedo come supporto dell’allenatore, confidente dei calciatori, all’occorrenza un riferimento anche per la società. Un po’ quello che sono stato da capitano, ma non ho il patentino, quindi mi vedrei in un ruolo di rappresentanza. Alla Antognoni nella Fiorentina. Se Mancini mi chiamasse per fare il vice? Non ci crederei…non ci sentiamo spesso, quando è mancato mio papà, al quale ho dedicato il libro, mi ha scritto un messaggio. Mi ha fatto piacere-