Tanti talenti scovati e un legame forte con la Sampdoria: Riccardo Pecini racconta il suo lavoro di scouting in blucerchiato
Modric, scoperto quando era al Tottenham, Mbappé, portato al Monaco, e Icardi. Basterebbero questi nomi per capire le capacità di scouting di Riccardo Pecini, capo osservatore della Sampdoria: “Mi sento come a casa. Esistono poi delle contingenze e ritengo che cambiare possa servire a crescere”.
Ma come lavora Pecini alla Sampdoria? “Cerchiamo di individuare tornei dove il marchio Sampdoria possa creare appeal. Sono fondamentali le risultanze sul settore giovanile. Una volta individuato, il giocatore viene visto circa 10 volte da tre almeno scout diversi, compreso il direttore sportivo Osti. Ogni scelta viene condivisa”.
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La formazione di osservatori di Pecini punta molto sul mercato estero: “Francia e Croazia sono terreni molto battuti, ma si trovano talenti non ancora sbocciati e accessibili. Lo straniero ha più mercati di riferimento in uscita e permette una maggior differenziazione nel percorso di formazione”.
Nella scelta del giocatore contano anche altri aspetti: “Bisogna conoscere le qualità e le abitudini personali. Non si può non conoscere la famiglia e l’entourage. Nella scelta il tecnico conta relativamente perché un giocatore può avere buoni parametri di partenza, ma non rientrare nei canoni del tecnico. Per questo le società migliori come Barcellona, Ajax, Red Bull e Dinamo Zagabria sono quelle con un progetto duraturo”.