Con gli abbonati delle pay-tv in calo, la prossima asta dei diritti TV sarà necessariamente al ribasso: Sky, DAZN ed altri operatori punteranno a contenere al massimo la cifra che le squadre si spartiranno.
Nel 2018 le pay-tv hanno perso 1,15 milioni di abbonati. Un numero importante, soprattutto se letto insieme allo studio effettuato dall’agenzia Enders Analys, secondo cui tra il 2009 e il 2019 il costo dei diritti per la Serie A è cresciuto del 78% ma i ricavi da pay tv sono addirittura diminuiti dell’8%. La prossima asta per il triennio 2021-2024 si svolgerà nei prossimi mesi, ma pare scontato che le società di serie A possano chiedere più soldi.
Secondo The Business Insider serve una formula che preveda un minimo garantito per i club in modo da evitare che Sky, Dazn e altri player interessati puntino al ribasso. E ovviamente servirebbe un campionato meno scontato negli esiti, più competitivo, in modo da stimolare per gli investitori internazionali a puntare sulla Serie A. E ciò passa anche attraverso una più equa ripartizione dei ricavi.
LEGGI ANCHE Una mano a Ferrero: non serve il bilancio in pari…
La Sampdoria nel 2018 ha messo a bilancio circa 47,5 milioni di euro come proventi per diritti televisivi, ossia il 35% del totale delle entrate societarie. E’ evidente che una contrazione di tale importo metterebbe a rischio tutte le operazioni di crescita e di consolidamento che sono necessarie per garantire un futuro quantomeno sereno al club blucerchiato.
Intendiamoci, la crisi della pay-tv investe tutto il calcio italiano, che è tv dipendente. Secondo lo studio di Deloitte Football Money League: “I proventi dei diritti televisivi rimangono la principale fonte di reddito dei club, in quanto rappresentano il 44% dei ricavi totali” anche se ovviamente “i top club sono meno vincolati alle entrate dei diritti televisivi rispetto ai club minori”.
Secondo gli esperti di Deloitte il valore dei diritti tv è arrivato al suo apice, quindi nel futuro sarà fondamentale ottenere una crescita differenziata dei ricavi futuri, con merchandising e altre attività commerciali per cui diventano necessari stadi di proprietà da far fruttare 7 giorni alla settimana.
Una sfida che il Presidente Ferrero dovrà intraprendere a meno che non decida di passare la mano e lasciare spazio a qualcuno con più disponibilità economica. Perchè se diminuiscono i ricavi da diritti televisivi, dovranno aumentare altri tipi di ricavi (difficile pensarlo ad oggi…) o bisognerà mettere mano al portafoglio… Quale sarà, è tutto da vedere…