Andrea Pirlo ha puntato fin da subito su Pajtim Kasami: lo svizzero si è preso le chiavi del centrocampo della Sampdoria. E il rapporto con i tifosi…
La Sampdoria ha scoperto un grande Pajtim Kasami. Lo svizzero, arrivato a settembre, si è calato subito nella parte, diventando un fedelissimo di Andrea Pirlo, e arrivando anche a indossare la fascia da capitano. Grado che si è conquistato con il lavoro e con una leadership non comune.
Al netto di qualche problemino fisico, Kasami, a Dazn Talks, ha confermato di essere in buona condizione. Il ritardo, dovuto alla mancata preparazione fatta con la squadra, ha reso la stagione particolare. Ma lo staff tecnico lo ha gestito bene:
Stamattina (mercoledì 6 marzo, ndr) alcuni hanno fatto i test individuali, poi abbiamo lavorato un po’ in palestra. Io fortunatamente non ho avuto bisogno di fare gli esami, sto bene. In questa stagione, in generale, mi sento bene, è un anno un po’ particolare: sono venuto qua a settembre dopo l’inizio del campionato, dunque un po’ in ritardo. Ma lo staff tecnico mi ha gestito bene, i ragazzi mi hanno reso facile integrarmi con il gruppo: poi penso che sul campo basti guardarsi.
Kasami: per i tifosi la Sampdoria è una cosa unica
Sampdoria, Pajtim Kasami: grande rapporto con Pirlo. La mia condizione…
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E poi il rapporto con i tifosi e con una città – Genova – che respira calcio e in cui si vive in funzione della Sampdoria. I sostenitori blucerchiati sono calorosi, sempre presenti e Kasami ha raccontato delle richieste in giro per la strada:
Una volta mi hanno domandato come si fa a prendere gol al novantesimo, e mi hanno detto che non deve succedere più. Poi, dopo che ho saltato una partita, mi hanno chiesto cos’era successo, se stavo male… Ogni tanto devo girare il cappellino per evitare troppe domande, ma si vede che il calcio e la Sampdoria sono per loro una cosa unica.
Genova? o un bel rapporto: il pomeriggio, quando sono libero, vado a passeggiare sul mare. In centro vado poco, perché c’è tanto traffico, preferisco una vita più rilassata e prendere tempo per ricaricare le batterie. La città è bella, molto particolare.
Alla Sampdoria lo ha voluto Andrea Pirlo, che gli ha affidato le chiavi del centrocampo, schierandolo da titolare in sedici occasioni su diciotto in campionato, venendo ripagato da tre goal. Il rapporto tra i due è molto stretto:
Tra me e Pirlo c’è un rapporto molto stretto, lui da fuori vede i dettagli e io cerco di trasmetterli meglio da dentro il gruppo, aiutando gli altri a leggere i momenti e le difficoltà. Ho giocato contro di lui, in Champions League, quando militava nella Juve. Poi l’ho incontrato di nuovo dopo qualche anno, ci siamo conosciuti, ed ora ci siamo incrociati di nuovo. È bello, perché quando ti trovi a parlare di calcio con qualcuno che ha vissuto di calcio diventa molto più facile. Penso che abbiamo questa sintonia, che ci capiamo facilmente: ho già avuto qualcosa di simile, ma mai così stretto come con lui.
Non solo sul campo. Il legame con Pirlo è forte anche a livello umano: segno che il tecnico è riuscito a entrare nella testa dello spogliatoio della Sampdoria. Che va nella stessa direzione del suo allenatore:
Anche a livello umano c’è un grande rapporto, è anche bello, perché quando le cose non vanno bene dice quello che non vuoi sentirti dire, ma che ti fa crescere come calciatore. Poi in campo ci vai tu, e devi sempre gestire tutto al meglio. Abbiamo tanti ragazzi giovani che vanno aiutati, perché serve esperienza in questo campionato molto particolare.