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    Editoriali

    Sampdoria, nessuno si dimette e Giampaolo è sempre più Cavasin…

    In Casa Sampdoria nessuno si dimette: né il tecnico, né in società. E nei numeri Giampaolo è sempre più Cavasin...
    Luca UccelloDi Luca Uccello19 Aprile 2022Aggiornato:19 Aprile 2022
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    Sampdoria Giampaolo Cavasin
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    In Casa Sampdoria nessuno si dimette: né il tecnico, né in società. E nei numeri Giampaolo è sempre più come Cavasin…

    Oggi parto dalle parole di Marco Giampaolo:

    Forse c’era un rigore ai danni di Quagliarella, mi riferisco all’intervento di Fazio. Ne sono stati fischiati tanti di rigori così, ma questa era una settimana in cui la Salernitana ha fatto casino. La squadra ha provato a rimetterla a posto. Comunque non siamo morti, c’è ancora da battagliare…

    Ecco, io credo che un allenatore che fa dichiarazioni simili dopo una partita come quella con la Salernitana, vinta assolutamente meritatamente dalla squadra di Davide Nicola, evidentemente è in confusione e ogni minuto in più che passa in panchina è un rischio in più per la Sampdoria, che pure al momento è ancora lontana dalla retrocessione.

    Anzi, ho aspettato a scrivere per avere il quadro completo, fatti salvi i recuperi che finalmente si giocheranno fra mercoledì 20 e mercoledì 27, in un ritardo vergognoso rispetto all’originaria programmazione, una scelta che comunque ha falsato almeno un po’ il campionato.

    Insomma, ci sono ancora cinque partite, con 15 punti a disposizione con un calendario che sabato sera alle 20,45 manda la Sampdoria a Verona, il primo maggio il derby, l’8 maggio all’Olimpico con la Lazio, il 15 maggio al Ferraris con la Fiorentina e l’ultima di campionato il 22 maggio al Meazza con l’Inter.

    Insomma, un calendario da brividi in cui la Sampdoria vista oggi teoricamente può fare zero punti.

    Per la cronaca, la classifica della zona rossa dice Empoli 34, Spezia 33, Sampdoria 29, Cagliari 28, Venezia 22 con una partita in meno (con la Salernitana), Genoa 22 e Salernitana 19 con due partite in meno, con Venezia e Udinese.

    Sampdoria: Giampaolo protetto, D’Aversa delegittimato. E Cavasin…

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    Del resto, vale sempre la pena di aggiornare lo score delle ultime quindici partite blucerchiate, quattordici di campionato più la Coppa Italia con la Juventus. La Sampdoria ne ha vinte tre e perse dodici: Roberto D’Aversa ha perso le ultime sue tre in blucerchiato, quando era delegittimato dalla società, perché qui sta il problema. Una Tufano in Coppa Italia e Giampaolo ne ha perse otto su undici, con tre vittorie, le splendide prestazioni con Sassuolo ed Empoli e la vittoria regalata dal Venezia nello stadio in mezzo all’acqua.

    Per la cronaca, Cavasin ne vinse una, ne pareggiò due e ne perse sette in dieci partite, siamo lì.

    Per la cronaca, D’Aversa – che richiamerei immediatamente, ma se fossi D’Aversa accetterei solo in determinate condizioni – aveva una media punti di 0,90 periodico e i suoi 20 punti in 22 partite saranno quelli decisivi in caso di salvezza, e per la cronaca la media punti di Giampaolo è di 0,81 periodico.

    La cronaca, dall’estate 2019 ad oggi, dice anche che Giampaolo ha vinto solo otto partite: tre a fronte di quattro sconfitte al Milan, prima di essere esonerato; due a fronte di sette pareggi e di nove sconfitte prima di essere esonerato a Torino e le tre ricordate alla Samp, a fronte di otto sconfitte.

    Insomma, come ho già scritto e spiace ripetermi, ma di fronte all’ignoranza calcistica di molti repetita iuvant, avrei ritenuto giuste le dimissioni dopo la partita di Bergamo. E le ritengo ovviamente ancor più giuste oggi, o almeno l’esonero.

    A scanso di equivoci ritengo Marco Giampaolo una straordinaria persona perbene, gradevolissima anche umanamente.

    Ma, proprio perché ha fallito clamorosamente, credo che insieme a lui dovrebbero andarsene coloro che l’hanno chiamato mandando via D’Aversa a mio parere sostanzialmente per dire che comandavano loro e non più la coppia Ferrero-Faggiano…

    Sampdoria, Giampaolo non dà le dimissioni e in società qualcuno ci pensa?

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    Insomma, fossi in Osti, Romei, Ienca e nello stesso Marco Lanna, altra persona straperbene, un segno come le dimissioni lo darei, perché è colpevole chi fallisce in panchina (e sul campo), ma ancor di più è colpevole chi fa una scelta sbagliata.

    Da sempre, lo staff societario paga insieme allo staff tecnico di fiducia.

    Ma, fino ad oggi, in questa Sampdoria non ha pagato nessuno.

    Esattamente come non ha pagato nessuno per la scelta di rimettere in porta Audero quando Falcone stava facendo benissimo (e aveva sbagliato solo una partita, con la Juventus).

    A rafforzare questo, che ovviamente, è un parere personale, ci mancherebbe – e spiace dover dire le cose sempre con mesi in anticipo rispetto a quando avvengono con una critica inesistente che invece ha scandalosamente applaudito il ritorno del “Maestro” (persona perbene, ripeto) – c’è il gioco inesistente. E lo snaturamento di Thorsby, Candreva, dello stesso Sensi.

    Sampdoria, l’unica nota positiva il rientro di Damsgaard…

    Ma, detto che mai la Sampdoria ha dato l’impressione di poter pareggiare dopo essere stata sotto di due goal in sei minuti, l’unica cosa positiva è stato il rientro di Damsgaard per pochi minuti dopo sei mesi.

    Ma in novantotto minuti, quasi 99, di partita, la Salernitana si è strameritata la vittoria. E se l’è strameritata Sabatini dopo la vergogna di Roma e se l’è strameritata soprattutto Davide Nicola, che avevo di fronte a me allo stadio e che dà anima ai suoi giocatori da persona straordinaria qual è: li sgrida, li coccola, li bacia.

    Proprio come un papà. E per Didi non potrei usare parole migliori.

    Giampaolo, invece, se possibile, fa peggio nelle conferenze stampa che nella partita. Leggete con me.

    Quella di oggi ve l’ho detta.

    Quella di lunedì sera, dopo la pessima partita col Bologna:

    Siamo partiti bene i primi quindici minuti, poi abbiamo avuto difficoltà nella costruzione, sempre nel primo tempo. Nel secondo tempo invece siamo ripartiti bene e abbiamo anche palleggiato meglio del solito, però abbiamo preso goal nel nostro momento migliore. Il secondo goal subito dopo pochissimi minuti non ci ha dato nemmeno la possibilità di riorganizzarci. Poi gli equilibri li ho alterati anche io con i cambi, ma il lasso di tempo tra i due gol è stato talmente breve che non ci ha permesso di riequilibrarci.

    La partita però non va guardata dal secondo goal in poi, ma tra i due goal. Ferrari stava facendo una grande partita ma ha avuto un problema. L’entrata a freddo di un difensore è difficili e Yoshida è anche stato sfortunato. Ad ogni modo non voglio parlare dei singoli, sono gli episodi che ci hanno condannato. Fino a quel momento li però la squadra ha fatto la miglior partita dal mio arrivo…

    La squadra non ha giocato con paura. Tra il primo e il secondo goal è passato troppo poco tempo per fare una valutazione oggettiva. All’inizio del secondo tempo la squadra ha provato a giocare come non aveva mai fatto e questo significa che era ‘in palla’…

    Giudicate voi.


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