La Sampdoria di Andrea Pirlo vince ancora e i motivi per sorridere sono tanti. E uno arriva guardando anche dall’altra parte del Bisagno…
Amici sportivi, cuori blucerchiati, eccoci a commentare la seconda vittoria consecutiva della Sampdoria, passata con autorevolezza e pieno merito al Braglia di Modena contro una squadra reduce da tre successi consecutivi e lanciata nei quartieri alti della classifica.
Motivi per sorridere un po’, dopo tanto penare, ce ne sono diversi. Proviamo a fare ordine.
Anzitutto il dato numerico. Due vittorie consecutive dopo oltre due anni, terza in quattro partite, dieci punti nelle ultime cinque. La tendenza sembra finalmente avete connotati reali, e personalmente la crescita (con alti e bassi) la vedo risalire alla partita di Parma, passando per il secondo tempo contro il Catanzaro, il pareggino di Ascoli e la sequenza delle ultime tre settimane, compresi gli ultimi minuti di follia a Bolzano.
Adesso – adesso – la squadra ha una sua fisionomia, un centrocampo che funziona, ritmo e fisicità, condizione in crescita. Abbandonata ogni pleonastica velleità di ripartenza dal basso “sempre e comunque”, oggi si vedono palloni spazzati via senza fronzoli e lanci verticali per le punte.
Qualcuno dirà: poca roba, la scoperta dell’ acqua calda. Ma proviamo a riflettere: se gli avversari si attendono una squadra che giochicchia lenta ed orizzontale nella propria trequarti e salgono a pressare alti e numerosi, un lancio a scavalcare la prima linea nemica non è un banale liberarsi del pallone: diventa un impegnare la retroguardia avversaria presumibilmente sguarnita e in difetto di uomini e corsa. Buona parte della ritrovata capacità balistica è nata così, da recuperi e riciclaggio di seconde palle nelle quali il nuovo centrocampo titolare (direi che la formula è ad oggi stabilizzata) eccelle in tutti e tre gli interpreti.
La Sampdoria di Pirlo ha trovato uomini e modulo…
Sampdoria, motivi di sorridere ne abbiamo. Guardando anche dall’altra parte…
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Ancora: se davanti ci mette il fisico un centravanti di stazza, che spesso la prende e quando non lo fa costringe alla respinta casuale il difensore, i suoi supporti (a Modena Borini ed Esposito) possono trovare gli spazi che la loro buona cifra tecnica traduce in pericolo per gli avversari.
Ma sono solo alcuni spunti: ci metto anche la crescita di Giordano, la sempre maggiore sicurezza di Ghilardi e di Gonzalez, la reattività di Stankovic.
Di più, secondo me, per adesso non si può e non si deve pretendere. Forse è lecito aspettarsi un contributo migliore dai subentrati e da quanti finora non sono stati chiamati in causa. Ci sono squadre che hanno avuto punti e gol dalla panchina, la Sampdoria zero.
Ma davvero l’altra squadra ha chiesto la composizione negoziata?
Ah, cambiando argomento: se poi vogliamo trovare qualcosa di ironico, basta leggere gli atti sulla richiesta di composizione negoziata avanzati da un altro club di cui mi sfugge il nome.
Mi sembra sia quello i cui tifosi si indignavano (da contribuenti, sia chiaro) per la differenza di trattamento tra i normali cittadini e una certa società di calcio, cosa che rappresentava – rappresenta – un grave danno per il bilancio erariale.
Poco importa che sia prevista da una legge non certo nata per questo genere di situazioni, ma per recuperare risorse altrimenti destinate alla perdita secca. Poco importa anche che le cosiddette “N.o.i.f.” siano state cambiate (in termini ampiamente peggiorativi) proprio pochi mesi prima, e comunque successivamente ad un altro passaggio di proprietà nel quale, forse, non tutto è così nitido come sembrava “prima facie”.
Buffo, come buffo (e goffo) è il tentativo immediato di marcare le differenze tra le due situazioni, quando sarebbe più intelligente glissare e dire: c’è un’opportunità legittima, e va colta. Insomma, gne gne gne.
C’è un aggettivo – un participio, se vogliamo sottilizzare – che mi risuona in testa, e devo averlo sentito o letto da qualche parte, e che descrive bene questo genere di stato d’animo, ma ora come ora mi sfugge. Boh, mi tornerà in mente.