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    Home»News»Sampdoria, minacce di morte alla famiglia Garrone: la denuncia di Anna Pettene
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    Sampdoria, minacce di morte alla famiglia Garrone: la denuncia di Anna Pettene

    Sampdoria, minacce social alla famiglia Garrone, Anna Pettene dice basta: lo sfogo su Facebook della moglie di Edoardo.
    Francesco TonelliDi Francesco Tonelli10 Dicembre 2022
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    Sampdoria striscione Garrone Pettene
    Gc Genova 17/09/2011 - campionato di calcio serie B / Sampdoria-Grosseto / foto Giuseppe Celeste/Image Sport nella foto: Edoardo Garrone
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    Sampdoria, minacce social alla famiglia Garrone, Anna Pettene dice basta: lo sfogo su Facebook della moglie di Edoardo

    Anna Pettene ha detto basta. La moglie di Edoardo Garrone non è più riuscita a stare zitta dopo le minacce e gli insulti ricevuti dalla sua famiglia, bersagliata sui social network da messaggi dal contenuto di odio e persino di morte. Prendendo esempio da due donne importanti a livello istituzionale in Italia come la presidente del consiglio Giorgia Meloni e la senatrice a vita Liliana Segre, la consorte dell’ex presidente della Sampdoria ha deciso di denunciare.

    E così Anna Pettene ha voluto farlo sapere a tutti sui social, luogo dove l’odio da tastiera per i Garrone è stato sfogato, di questo suo atto di ribellione nei confronti degli insulti. Il messaggio:

    Anche io seguo Giorgia Meloni e Liliana Segre e denuncio.

    Ieri la Presidente Giorgia Meloni e oggi la Senatrice a vita Liliana Segre hanno denunciato i loro odiatori sui social network.In tutto 25 gli haters denunciati.25 odiatori, individui forti unicamente di possedere una tastiera, uno schermo e un anonimato ( se lo credono loro però, per estrema e imbarazzante ignoranza finché non si trovano un atto notificato) che attraverso i social hanno gravemente offeso, insultato e minacciato le due signore in questione, coinvolgendo anche una bambina di sei anni.

    Ma è successo anche a me e ai miei affetti.Una vicenda identica e sovrapponibile mi sta toccando da vicino.Io ho già denunciato e ho già ottenuto una citazione diretta a giudizio per i primi mesi del 2023 nei confronti di chi mi ha pesantemente offeso con insulti volgari e sessisti.A breve depositerò altra denuncia querela per ulteriori reati avvenuti in questo ultimo periodo.Un periodo denso di odio profondo e inaccettabile che vede coinvolta giornalmente la mia famiglia.Minacce a mezzo social di una gravità talmente eclatante per le quali non si può né si deve fare finta di niente.Se non reagiamo con gli strumenti della giustizia saremo destinati al buio della civiltà.Una simile barbarie sui social è inaccettabile perché poi il confine tra virtuale e reale può diventare molto sottile e qualcuno lo oltrepasserà.

    Non si deve pensare che l’odio social sia specchio di questi tempi e che vada quindi tollerato come un tributo alla tecnologia che ha permesso tante cose positive.Perché questo fiume di odio può essere considerato progresso o evoluzione?Questa è una giungla.Questa è la preistoria.I leoni da tastiera hanno minacciato ai miei affetti un buco nella testa al 100%, o di essere scuoiato vivo, o di finire con lingua e braccia strappate, o di essere menati, o di ricevere una visita in casa, o di vedersi bruciare il giardino o di…crepa, cancro, maiale…insomma parole di disprezzo, malattia e morte…

    Sampdoria, Anna Pettene e la denuncia per le frasi d’odio ai Garrone: “Minacciati i miei affetti, basta follia e violenza sui social”

    Sampdoria colpevole Ferrero Garrone
    Sampdoria, minacce di morte alla famiglia Garrone: la denuncia di Anna Pettene

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    Parole, frasi, minacce che Anna Pettene ha definito poi “inequivocabili”.

    Inequivocabili.Di queste parole odiose potrei riempire pagine. E in effetti pagine di denunce e querele sono state già riempite in questi mesi con report dettagliati di quanto vomitato.Sono depositati in Procura.Decine e decine di profili già identificati che hanno scritto queste frasi .E poi vai a vedere il profilo del mostro odiatore e ti imbatti in padri, e purtroppo anche madri di famiglia che esibiscono foto di bambini sorridenti che vanno allo stadio con sciarpe e cappelli colorati a tifare i colori più belli del mondo imbrattati, peccato, dalla ignoranza e dalla violenza di chi parla ancora di stile da rispettare e da far rispettare…con la violenza, l’odio, la malattia e la morte. Un ossimoro sinistro.
    Con una mano tengono il figlio piccolo in braccio e con l’altra scrivono brutalità…

    La moglie di Garrone ha così concluso allargando la sua battaglia a quella di tutti, per impedire l’odio social, la violenza e la follia:

    Pericolose derive e sdoppiamenti di identità.E magari non sono neppure sdoppiamenti di personalità perché quell’odio e violenza così viscerali non possono trovarsi in persone meritevoli di essere considerati tali e di crescere bambini e adolescenti.Segnali di odio che non si possono trascurare perché il mostro social può essere un mostro ovunque.L’odio va estirpato e inevitabilmente anche noi, io e i miei affetti, denunciamo ora per violenza aggravata, diffamazione aggravata, minaccia, stalking…Alcuni di questi leoni da tastiera, quando riceveranno la comunicazione, piangeranno magari come l’odiatore ventisettenne di Giorgia Meloni e sua figlia Ginevra.Avranno paura di dormire in galera…Paura?Ma uno che scrive cose orribili a una madre e a sua figlia ha paura di dormire in galera?Altri diranno che non sapevano di offendere.Ma come, mi dici che mi farai un buco nella testa al 100%e ignoravi il senso della frase?In questo momento occorre, come non mai, arginare l’odio.Arriveranno provvedimenti e sentenze di condanna e qualcuno, sempre più indagati, sempre più imputati, sempre più condannati si spera, sarà chiamato a rispondere.L’odio non è più accettabile e occorre che la magistratura, con molta determinazione, persegua e punisca ogni forma di odio.Virtuale e reale.Sia che riguardi la Presidente del Consiglio, la senatrice a vita, me e i miei affetti o chiunque altro venga investito da tale violenza.La follia e la violenza non devono trovare cittadinanza nei social equivocandosi,per troppa indulgenza e lassismo, che vi regni l’impunità

     

     


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