Sampdoria, il duro attacco di Stefano Versace al mondo dello sport dopo la morte di Mihajlovic e l’aggravarsi delle condizioni di Vialli
Stefano Versace non ci sta. Prima la scomparsa dolorosa e prematura di Sinisa Mihajlovic, poi l’aggravarsi delle condizioni di Gianluca Vialli, che qualche giorno fa aveva già rinunciato agli incarichi professionali per dedicarsi completamente alle cure. Due sportivi, due campioni ancora giovani che hanno vissuto drammi di questo genere.
Non può essere un caso per l’imprenditore tifoso della Sampdoria, che attraverso un post su Instagram ha voluto avanzare la sua denuncia nei confronti del mondo dello sport. Del calcio soprattutto. Partendo dalle parole di Fabio Cannavaro nel 1999, che evocava un eccessivo rigonfiamento delle sue braccia, Versace ha accusato l’ambiente sportivo di pratiche che stanno “Costando la vita a chi questo sport lo ha fedelmente servito“. Ovvero persone ancora giovani ma alle prese con malattie invasive e difficili da curare.
Sampdoria, l’attacco di Versace: “Mihajlovic e Vialli? Campioni ancora giovani. Questo strazio deve finire”
Sampdoria, Mihajlovic e Vialli? Il calcio si fermi. L’appello di Stefano Versace
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Questo il contenuto integrale del post di Versace:
11 maggio 1999: Mosca, finale Coppa Uefa Parma – OM.
Vi ricordate questo video? (Link nel primo messaggio)
“Finale di coppa uefa, come eravamo ridotti, ho 25 anni, mi stanno ammazzando, guarda il braccio come si sta gonfiando.”
Erano le parole direttamente pronunciate da Fabio Cannavaro che seppur col suo fare scherzoso aveva capito che qualcosa non andava e voleva documentare cosa stesse accadendo probabilmente perché la sua coscienza da bravo ragazzo era comunque più forte di qualsiasi logica sportiva volta esclusivamente al raggiungimento di risultati sportivi.
Parma non era un caso isolato. Dopo la finale di Wembley nel 1992, Gianluca Vialli lascia la Samp per la Juventus. Pochi mesi dopo si trasforma in una montagna di muscoli. Ve lo ricordate?
Dopo 20 anni piangiamo la scomparsa prematura di campioni ancora giovani come Sinisa alla quale si aggiungono in queste ore le preoccupanti notizie da Londra sulla condizione di Gianluca Vialli.
È il momento che lo sport si fermi un momento, il calcio soprattutto, che faccia autocritica e che corregga ciò che sta costando la vita a chi questo sport lo ha fedelmente servito regalandogli i migliori anni della sua vita.
Sbagliare può anche essere tollerato, ma se sbagliare comporta la morte delle persone, perseverare non è diabolico ma criminale.
E i crimini vanno puniti.
Perché questo strazio deve finire.