La Sampdoria di Andrea Sottil non è riuscita nell’impresa di vincere, prendere punti e cambiare la classifica. Serve un cambio generale…
Con le parole siamo tutti bravi. O quasi. Perché Andrea Pirlo qualche autogoal se l’è fatto anche da solo. Ma va capito. Per una stagione e un pezzettino è sempre stato lasciato da solo. Ogni sabato pomeriggio a Bogliasco (ricordo che Carlo Osti spesso sedeva in prima fila come semplice uditore), ogni santa, santissima partita, vinta o persa. Ma è soprattutto davanti alla sconfitta che serve la voce del padrone. Le sconfitte sono state tante. Tutte brutte, dolorose proprio come quello di Palermo lo scorso maggio. Come quella di Salerno che gli è costato la panchina.
La voce del padrone, non per forza di Matteo Manfredi, non è mai arrivata. Anche oggi. Anche davanti all’ultimo posto in classifica con due punti e un cambio di un allenatore che ha portato con sè al momento solo tanti slogan pubblicitari. Ma nel calcio giocato le parole servono fino a un certo punto. Servono i fatti, goal, risultati positivi. Lato allenatore.
Lato società è diverso. Serve anche far sentire la propria voce: mio parere, sia chiaro. Far capire alla gente che la società è viva, cosciente di quanto sta succedendo. Lo è al di là di un mercato che oggi va valutato attentamente, vivisezionato ma non bocciato, sia chiaro. La mia stima per Pietro Accardi, per quanto mi riguardo rimane intatta. Resta alta. Forse, però, giustamente, bisogna abbassargli il voto. Un voto che per molti era 10, poi 9, poi è sceso a 8. Secondo me rimane 7. Un voto alto per un mercato che mostra qualche criticità come dimostrato in queste prime cinque giornate di campionato.
Allora, la domanda che qualcuno si fa, non quelli che fanno solo i tifosi, è: ma era tutta colpa di Andrea Pirlo?
Sampdoria, il giudizio sul mercato di Pietro Accardi è cambiato?
Sampdoria, meno slogan pubblicitari più calcio (e punti). E chi dovrebbe parlare, tace
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La risposta oggi sarebbe facile. E scontata. Insomma in campo scendono i giocatori. Non l’allenatore e nemmeno il nostro presidente Ma non dobbiamo cadere nell’errore, come leggo in tanti commenti, che sia tutto da buttare. Da buttare non c’è ancora niente. Questa società, questa dirigenza è riuscita in due stagioni a ridare entusiasmo, fiducia nel domani e costruire due squadre in un anno solare in grado di lottare per risalire in Serie A.
La Sampdoria era forte la scorsa stagione ed è, per quasi tutti, ancora più forte in questa stagione con Gennaro Tutino e Massimo Coda là davanti. Vero ma dietro e in mezzo al campo forse no. Non ancora almeno. Ma sono giudizi. E il mio può valere il vostro.
Ma torniamo al primo punto, alla comunicazione del club. Ora si parla di ritiro? Ma chi l’avrebbe detto? Noi non siamo stati informati. È una supposizione? Una punizione? Una soluzione o una semplice provocazione?
Far sentire la voce della società o metterci la faccia qualche volta sarebbe necessario soprattutto in momenti di crisi.
Intanto speriamo di tornare, già da sabato, a correre sotto La Sud perché vorrebbe dire che c’è da festeggiare e non chiedere scusa a chi ci mette l’anima…