Melle Meulensteen ha raccontato la sua prima stagione alla Sampdoria, tra i 4 allenatori e il playout a un mese dalla fine del campionato
E’ stata una stagione lunghissima per la Sampdoria e che terminerà domenica 22 giugno con il ritorno del playout contro la Salernitana. Uno stress fisico e mentale raccontato da Melle Meulensteen in un’intervista al Secolo XIX. Il centrocampista olandese, in goal nella gara del Luigi Ferraris, ha raccontato il suo primo anno in Italia:
Più stressante dal punto di vista fisico o mentale? Mentale, di sicuro. C’è stata poca tranquillità, specialmente negli ultimi mesi. E poi per me in generale essermi trasferito in un nuovo Paese, con una nuova cultura, una nuova lingua, l’adattamento… è stato un anno impegnativo.
E’ migliorato in questa stagione Meulensteen, diventato uno dei titolari del centrocampo di Alberico Evani. Ha imparato l’italiano, è dovuto crescere in fretta. Anche se, a inizio stagione, le ambizioni erano molto diverse. Si puntava alla Serie A, a un’altra classifica:
Mi sento più forte, specialmente nel dover continuare a dare il meglio quando le cose vanno male, come è successo alla Samp. Ho preso lezioni di italiano da subito, ma mi ero impegnato con il maestro fino ai primi di maggio. Salvezza? No. Quando ho parlato con il direttore Accardi a luglio, le ambizioni erano altre. E anche quando sono arrivato speravo di competere per un’altra classifica e non per la salvezza. Ma ora manca ancora l’ultimo step. Quel goal certo è stato importante, ci ha messi in una buona situazione, ma c’è il ritorno a Salerno
Sampdoria, Meulensteen: mai avuti 4 allenatori in una stagione
Sampdoria, Melle Meulensteen: a inizio stagione c’erano altri obiettivi. Ora manca l’ultimo ostacolo
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L’anomalia della stagione della Sampdoria è rappresentata anche dai 4 allenatori, gli stessi che Melle ha avuto in 7 anni in Olanda. Da Andrea Pirlo ad Alberico Evani, 4 tecnici per un anno veramente complicato:
Ne ho avuti più in questa stagione che in tutta la carriera. In 7 anni in Olanda, quattro ma in totale. Qui ognuno di loro ha avuto un’idea diversa di gioco, ma diciamo che gli ultimi tre erano abbastanza simili. Con Pirlo era un po’ diverso ma non ho giocato quasi mai. In Italia la grande differenza rispetto all’Olanda la fanno i dettagli tattici, c’è molta più attenzione.
Un po’ centrocampista, un po’ difensore. Meulensteen ha cambiato due ruoli in questa stagione, sacrificandosi al centro della linea a tre quando c’è stato bisogno. Non vuole scuse, dove lo mettono sta, anche se il rendimento a centrocampo è stato decisamente migliore:
Penso nel complesso di avere giocato abbastanza bene. Sono stato arretrato perchè c’erano tanti difensori infortunati. Abbiamo fatto diversi pareggi in quel periodo e in quella posizione non ho potuto avere troppe occasioni di fare goal o assist, ma in generale essendo la mia prima stagione in un nuovo campionato e in una nuova nazione, con una nuova lingua e con 4 nuovi allenatori… in generale penso sia stata sicuramente difficile ma anche positiva sotto alcuni aspetti personali. Difesa? Avevo già giocato in quella posizione. Diciamo che per caratteristiche posso sembrare un tipico difensore centrale italiano, che imposta e sa gestire il pallone ma io preferisco sicuramente stare a centrocampo. Comunque, come si dice, dove mi mettono, sto. Senza accampare scuse o cose del genere
