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    Editoriali

    Sampdoria, meglio D’Aversa di Giampaolo. Non c’è dubbio…

    In casa Sampdoria si discute ancora se meglio è la gestione D'Aversa o quella di Giampaolo. Per Massimiliano Lussana Non ci sono dubbi...
    Luca UccelloDi Luca Uccello13 Aprile 2022Aggiornato:13 Aprile 2022
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    Sampdoria D'Aversa Giampaolo
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    In casa Sampdoria si discute ancora se meglio è la gestione D’Aversa o quella di Giampaolo. Per Massimiliano Lussana Non ci sono dubbi…

    La maledizione di Bologna colpisce ancora.

    Ma, stavolta, è anche una maledizione che coincide con la sorte: al sessantesimo Giampaolo toglie Alex Ferrari, che di questi tempi è nettamente il migliore della difesa, ed è un cambio che ci sta: è ammonito ed è anche stanchissimo, perché ha dato tutto.

    Ma Yoshida non fa in tempo ad entrare che la premiata banda del buco blucerchiata fa l’ennesimo pasticcio della stagione: dalla fascia arriva un cross sul lato di Bereszynski e in mezzo Yoshida buca clamorosamente e anche Colley ce ne mette del suo e per Arnautovic è un gioco da ragazzi mettere in rete.

    E tutto questo arriva paradossalmente nel momento migliore della Samp in una partita andata a ondate fino a quel momento: dieci minuti buoni in partenza da parte dei blucerchiati; mezz’ora del Bologna successivamente; un altro quarto d’ora di Sampdoria e poi il goal.

    E da quel momento la Sampdoria è come se non avesse la forza di reagire, con il Bologna che ovviamente in contropiede ha praterie, che coincidono con la doppia traversa dei rossoblù in pochissimi minuti: prima ancora Arnautovic e poi Sansone.

    A Bologna la Sampdoria di Giampaolo ha perso meritatamente

    E, oggettivamente, il Bologna meriterebbe il raddoppio.

    Che arriva pochi minuti dopo, ancora con Arnautovic e ancora con un clamoroso errore di Yoshida, un altro giocatore in qualche modo “distrutto” dalla cura Giampaolo, esattamente come Thorsby e Candreva.

    Tutto questo lascia una classifica ancora preoccupante per la Sampdoria, per cui l’unica buona notizia è il fatto che abbiano perso tutte quelle dietro.

    Un punto stasera avrebbe probabilmente significato salvezza, e come al solito vale la pena di leggere la classifica prendendola larghissima, anche se chiaramente Empoli e Spezia le inserisco solo per un ragionamento di scuola: Empoli 34, Spezia 33, Sampdoria 29, Cagliari 25, Venezia 22 ma con una partita in meno, Genoa 22 e Salernitana 16, ma con due partite in meno.

    Sampdoria, D’Aversa ha fatto meglio di Giampaolo e sui giovani…

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    Sampdoria, meglio D’Aversa di Giampaolo. Non c’è dubbio…

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    E il calendario della Sampdoria, un po’ come quello del Genoa, è il peggiore.

    E, con questa partita, con nove punti in dieci incontri, Giampaolo peggiora leggerissimamente la media punti di D’Aversa, a cui venivano attribuite incautamente tutte le colpe dai ragazzi del coro.

    Ribadisco quello che ho scritto fin dal primo momento: era sbagliato cambiare il tecnico e, se proprio si voleva cambiare, andava chiamato chiunque ma non Giampaolo, il meno adatto a subentrare.

    E c’è un numero ancora più drammatico: delle ultime quattordici partite, contando anche la Coppa Italia con la Juventus, la Sampdoria ne ha vinte solo tre: D’Aversa ha perso le ultime sue tre in blucerchiato – ma eravamo nel momento più drammatico dopo il contraccolpo positivo dopo l’arresto di Ferrero – una Tufano in Coppa e Giampaolo ne ha perso sette su dieci, vincendo bene con Sassuolo ed Empoli e solo grazie ai regali del Venezia al Penzo.

    E, compresa quella di Bologna, molte le ha perse male o malissimo.

    Senza mai dare l’impressione di poter recuperare una volta che va sotto.

    E allora mi piace concludere con un’altra notizia, se si vuole oggi molto secondaria rispetto a questo quadro drammatico.

    Ma giusto per trovare un raggio di sole.

    Un’altra notizia, che mi pare molto significativa, nel bene e nel male.

    Quanti bei giovani su cui costruire la nuova Sampdoria

    Ed è il fatto che la Sampdoria questa sera ha messo in distinta Marco Somma, terzino destro abituato a giocare su tutta la fascia della Primavera blucerchiata, il giocatore numero 46 della stagione doriana nelle partite ufficiali, le 32 di campionato e le tre di Coppa Italia con Alessandria, Torino e Juventus. E 46 sono uno in più dei 45 del Genoa, squadra che era abituata al record assoluto di turn over di giocatori nelle stagioni di Preziosi.

    Perché dico “nel bene e nel male”?

    Nel male perché, da sempre, le squadre che schierano tantissimi giocatori, in campo e in panchina, sono quelle messe peggio, che faticano a trovare la quadra e generalmente sono quelle nella parte bassa della classifica.

    Ma a me interessa molto la pars construens e il positivo che sgorga da questi 46 nomi. Che sta tutto nel gran numero di giovani a cui prima Roberto D’Aversa e poi Marco Giampaolo hanno dato una chance: oltre a Marco Somma, prima visione assoluta, sedevano in panchina due ragazzi che hanno già esordito in serie A, con grande personalità, e io credo che il futuro sarà loro: Trimboli e Yepes Laut, tornato finalmente fra i convocati anche dopo la segnalazione della Puntina della scorsa settimana.

    E poi, anche al netto di coloro che comunque sono sempre stati a ridosso dei titolari – Askildsen è un 2001, Supriaha un 2000 e a inizio stagione c’erano anche Dragusin, Ciervo e addirittura Iattharen, oltre ovviamente allo sfortunatissimo Damsgaard, che è il più grande talento fra tutti i 46 – vale la pena di ricordare Lorenzo Di Stefano, il quarto portiere Ivan Saio, Luigi Aquino, Giovanni Bonfanti, Daniele Montevago e Francesco Migliardi, ottimo ragazzo che andò in panchina contro l’Atalanta.

    Sabato alle 14,30 al Ferraris con la Salernitana la partita della vita.

    Pensa te.


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