Le colpe di Leonardo Semplici e dei calciatori per la situazione della Sampdoria nell’analisi di Maurizio Michieli sul momento blucerchiato
La Sampdoria si trova in fondo alla classifica. Il sedicesimo posto della squadra di Leonardo Semplici testimonia le difficoltà di una stagione in cui si è passati dall’obiettivo Serie A, ai playoff alla salvezza. Una scalata al contrario che ha tutte le componenti in gioco come responsabili. Dalla società, ai calciatori all’attuale allenatore, arrivato a dicembre al posto di Andrea Sottil.
Maurizio Michieli ha analizzato le responsabilità proprio del tecnico e della squadra. Partendo dagli errori commessi contro la Reggiana. Errori di modulo, dato che sono scesi in campo cinque difensori contro un unico attaccante, con una formazione definita “senza logica”. Errori “grossolani”:
Non c’era logica nella formazione di partenza, dopo sì. Semplici, oltre ad essere una brava persona, è un tecnico con un buon pedigree per questi livelli e non può commettere errori così grossolani, continuando a propinare pareggi come fossero oro colato. A cosa serve consultarsi con tre o quattro membri dello staff se poi i risultati sono questi?
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Criticato, poi, anche l’eccesso di prudenza, che, tra Spezia e Sampdoria, gli ha fatto vincere appena quattro delle ultime 31 partite da allenatore:
Si porta dietro un eccesso di prudenza, preferisce non rischiare di perdere piuttosto che rischiare anche di vincere. Ma i numeri dicono che questa strada porta in serie C o quantomeno ai play out. Ne consegue che una persona intelligente come lui certamente deve prenderne atto e modificare la sua strategia e il suo modo di pensare. Vada come vada. Intanto così non va, è assodato.
E poi, ovviamente, i calciatori. Troppe le otto espulsioni in campionato, a cui si aggiunge anche quella in Coppa Italia. Con una critica anche a Mbaye Niang. Perché Marinelli ha sbagliato, ma quell’entrata non era necessaria sulla trequarti avversaria. Bisogna sapersi controllare, come scrive su Telenord:
Non si può finire nove volte (Coppa Italia inclusa) in inferiorità numerica. Specie quando si commettono sciocchezze alla Depaoli (che dopo Bolzano ha “riprovato” a farsi cacciare fuori con il Palermo, ma l’arbitro lo ha graziato) o alla Niang. Sì, Niang. Ovvio che il secondo giallo di Reggio Emilia è ridicolo, che Marinelli si è sbagliato e Meroni ha simulato. Ma serviva davvero, da ammonito, quella rischiosa scivolata sulla trequarti avversaria? Bisogna sapersi controllare per il bene supremo della squadra. Ognuno deve riuscire ad andare oltre i propri limiti, anche quelli caratteriali. Non c’è via di scampo, diversamente si vede come sta andando.