Matteo Monforte esulta: la Sampdoria è viva, vivissima come Attilio Lombardo che esulta come giocasse ancora lui…
Sembrava un film già visto. Uno di quelli che ti fanno comunque sorridere. Dal finale scontato. Perché in fondo non puoi far altro dopo esserti disperato, dopo aver gridato di tutto a tutti. E lo ha fatto anche l’amico Matteo Monforte. L’abbiamo fatto tutti, probabilmente guardando Sampdoria-Reggiana
Quando abbiamo preso la prima pera dopo appena 14 minuti, per di più da un ex giocatore del Genoa, non ho battuto ciglio, ho sorriso. Tutto secondo i pronostici, del resto non poteva che andare in questo modo, per l’ennesima volta…
E invece no.
L’appuntamento con Peccati di gol, rubrica che Matteo tiene su Il Secolo XIX, è da seguire con attenzione. Come una partita, una delle nostre. Sabato Matteo confessa di non essere andato alla stadio e di non averla nemmeno vista sul divano di casa. Zero. Aveva da fare, parliamo di lavori, spettacoli. Ma qualcosa dice di essere comunque riuscito a vedere. Ma qualcosa è successo. Qualcosa di diverso…
Sampdoria, Matteo Monforte: finalmente fuori dal fango!

Francesco Conti-Andrey Nikolaev Krastev-Simone Ghidotti-Salvatore Foti (viceallenatore Sampdoria)-Simone Pafundi-Antonin Barák-Dennis Hadzikadunic-Marvin Çuni-Leonardo Benedetti-Stipe Vulikic-Massimo Coda-Liam Henderson-Fabio Depaoli – Esultanza finale
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Qualcosa è successo dicevamo…
E successo all’improvviso, subito dopo il gol. Io non lo so descrivere davvero, perché sono quelle cose che succedono dentro di me e sono tipo sensazioni, niente più, ma ho visto il Doria attaccare di brutto, nonostante la sberla appena presa, ho sentito la Sud cantare più forte e ho avvertito una specie di brivido che non percepivo da anni – da troppi anni – e allora mi sono girato verso la volontaria della Croce Rossa con cui guardavo la partita dal suo cellulare e le ho detto: “questa la vinciamo noi”. E lei mi ha risposto, sicura, come se fosse la cosa più ovvia da dire: “Sì”. Conti, Barak. 2 a 1 e a casa…
Sono cose strane, cose che possiamo sentire solo noi sampdoriani, dice. E ha ragione. Anche il rigore parato da Emil Audero sotto la Nord a Mimmo Criscito in fondo ce lo sentivamo dentro…
Ma quello che ci piace, intendo a me e a Matteo, è la gioia finale!
Per la prima volta ho visto la gioia uscire, quasi rabbiosa, dalle esultanze dei nostri 11 ragazzi. Li ho visti abbracciarsi, urlarsi in faccia, ridere, sfogarsi, ho visto i loro occhi lucidi e ho visto Attilio che fra un po’ ci rimane secco, da quando ha gridato di gioia, e poi li ho vistitutti prendersi per mano e correre sotto La Sud come ai vecchi tempi con le facce emozionate…
Anche a me ha emozionato vedere Attilio Lombardo correre in campo, esultare con Conti poi con Barak, poi con il popolo blucerchiato. Si esultare perché finalmente siamo fuori dal fango…



