Grazie alla Sampdoria Matteo Monforte ha vissuto una settimana indimenticabile: ma bagasci che non siete altro allora sapete giocare a pallone?
Scusate il ritardo ma stavo ancora festeggiando. Come Matteo Monforte che con Peccati di gol, la sua rubrica settimanale, su il Secolo XIX, ci riempie di sorrisi e ironia. Il titolo è azzeccato. Anzi azzeccatissimo: “Non fate finire questa settimana”. E no. Sei punti in campionato, passaggio del turno in Coppa Italia (e già questa sarebbe una notizia). Passaggio vincendo il derby ai calci di rigore. Con Audero che para e Sabiri che segna. A no. Pardon. Sono Silvestri e Barreca. Mi perdonerete…
Ma torniamo all’amico Matteo:
Chi l’avrebbe mai detto, gente. Noi che eravamo con tutti i piedi a bagno in una bacinella di bratta in Serie B, con prestazioni in campo da mani nei capelli, risultati che non arrivavano mai, “ultimissimi e fallitissimi” , cambio di allenatore appena effettuato, senza gioco e senza orgoglio; loro che – di contro – veleggiando nei mari della Serie A, ci spiattellavano in faccia pubblicamente, ormai da anni, progetti ambiziosi, fondi illimitati, società solidissima, allenatore prodigio, campioni in rosa ed Europa nel mirino… E invece…
Sampdoria, Matteo Monforte: quandi invidia su Coda e Tutino
Sampdoria, Matteo Monforte: bagasci allora sapete giocare a pallone?
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Considerazione corretta. Condivisibile. Che firmo all’istante. Perché non giocano sempre così?
Non vedevo una Samp così non ricordo più nemmeno io da quanto. Orgoglio, grinta, coltello tra i denti, determinazione. Non sembravano manco loro, sembravano un’altra squadra. La prima cosa che ho pensato è stata: “belin, allora sapete giocare, bagasci! Se giocassimo sempre così saremmo già matematicamente in A a marzo”
E dopo la vittoria anche contro il Modena (primo tempo così, così; secondo decisamente meglio) ora Matteo è pronto a sventolare la bandiera…
Porca miseria, finisce che – quasi quasi – inizio a crederci pure io che la svolta tanto attesa sia forse finalmente arrivata (questa ultima frase l’ho scritta con le mani sui gioielli di famiglia, lo ammetto).
Il pensiero finale è per gli invidiosi, per chi ci invidia Massimo Coda e Gennaro Tutino. Spiace. Ma li abbiamo noi:
Lunga vita a questa Samp, quindi. Lunga vita a questa nuova mentalità che ho visto in campo nelle ultime partite e a quei due là davanti che – checché ne dicano gli invidiosoni – sono tanta manna dal cielo e possono realmente fare la differenza ogni partita…
Come detto tante altre volte: Coda e Tutino ora ce li abbiamo noi e ce li godiamo fino alla fine!