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Sampdoria, manca sempre qualcosa a Stankovic…

di Giuseppe Viscardi
Sampdoria Hellas Verona Gabbiadini Stankovic

Alla rosa della Sampdoria manca sempre qualcosa. Mancanze che mettono in difficoltà Dejan Stankovic che lotta per la salvezza…

Amici della Sampdoria e non, qualche settimana fa vi ho raccontato di come, sognando di essere Stankovic, mi sia girato verso la panchina per vedere quali soluzioni avessi a disposizione per cambiare il corso di una partita. Poche, e non troppo affidabili.

Voglio adesso provare a capire, uomo per uomo, quali frecce possa avere al suo arco il tecnico di una società che, alle prese con problemi finanziari giganteschi (forse qualche notista tende a sottovalutarli), deve provare a far funzionare la macchina con le risorse che ha.

Questa rosa, depauperata già due estati fa (la madre di tutte le sfighe, secondo me, è il mercato del 2021), è stata ulteriormente ridotta nella qualità dalla sessione invernale, anche se invito tutti a riflettere su alcuni fattori non secondari. L’essenziale era cercare di rimanere dignitosi, ma facendo un po’ di cassa e soprattutto riducendo gli oneri del monte ingaggi.

Quante rinunce per Stankovic…

Da qui, ad esempio, le rinunce a Caputo, Colley e Verre: sicuramente giocatori validi, ma la cui assenza si fa notare poco, in particolare per la qualità dell’apporto fornito nella prima parte del torneo, eccezion fatta a mio vedere per il centrale gambiano.

E’ evidente che in questi casi o scopri di aver messo il piede su una pepita d’oro che non sapevi di avere, o la qualità – nella migliore delle ipotesi – rimane la stessa: quella di una squadra costantemente sotto la linea di galleggiamento.

Guardando però l’undici di base delle ultime settimane mi sento di azzardare che buona parte degli interpreti non sono da bassifondi della classifica: Audero, Nuytinck, Amione, Zanoli, Winks, Rincon, Augello, Djuricic, Gabbiadini, potrebbero trovare collocazione certa in molte squadre di serie A, magari anche solo come primi cambi. E il perdurare delle cinque sostituzioni – un’eresia, una delle tante, a mio parere – li può far considerare titolari aggiunti in molte squadre.

Sampdoria, la rosa di Dejan Stankovic è incompleta…

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Altri, come Gunter, Cuisance, Leris, Lammers, De Luca, non mi sembrano peggio di tanti altri giocatori che vedo settimanalmente in squadre della seconda metà della graduatoria.

Su altri ancora sospendo il giudizio per insufficienza di prove: Oikonomou, i giovani Ilkhan, Malagrida, Paoletti, Yepes (quest’ultimo scomparso dalle rotazioni), Montevago, e lo stesso Turk. Potrebbero essere meglio di quello che si è visto (o non visto) fino ad adesso.

C’è infine il gruppo dei punti interrogativi: Murru, che entra sempre e che anni fa sembrava un promettente terzino sinistro, e chissà cosa gli è successo; Jesè, che se ha il marchio di fabbrica del Real Madrid magari una ragione c’è, anche se non siamo ancora riusciti a vederlo, a parte la fuga per la vittoria all’ultimo respiro contro il Verona; Quagliarella, che chissà se ne avrebbe ancora ma sembra di no; Sabiri, che invece ne avrebbe ma ormai è di troppo.

Alla Sampdoria manca un vero attaccante da area di rigore!

Io credo, da tempo, e soprattutto dopo l’arrivo di Stankovic (pragmatico il giusto, e a sua volta meritevole di una rosa più qualitativa), che i difetti della Sampdoria di questa tribolata stagione siano due: la poca profondità della rosa, e soprattutto la mancanza di un cecchino fisicato da area di rigore.

Purtroppo, eccezion fatta per De Luca, sono due anni che a questa seconda domanda non si riesce a trovare risposta. Lì, oltre che nei tanti, troppi infortuni e in alcune decisioni arbitrali scellerate, sono nascosti i punti che mancano per una salvezza che, invece, sarebbe alla portata.

Chiudo con un pensiero su Dejan Stankovic. I progressi, dopo la sosta, sono evidenti a tutti, tolti coloro che non riescono a pensare ad una squadra ante mondiali e a una post mondiali, il che è superficiale e contraddice la realtà. Quindi, se è vero che la rosa è adesso addirittura meno qualitativa rispetto a quella dell’autunno scorso, i suoi meriti sono ancora maggiori. Inoltre i giocatori sembrano rispettare le consegne in campo: il che vuol dire, in parole povere, che le idee ci sarebbero anche.

Ma…

Ma talvolta la messa a terra delle idee lascia a desiderare, con esecuzioni individuali maldestre. E poi, a volte, i cambi – già limitati dalla rosa ristretta – lasciano perplessi. Forse, e dico: forse, su questo punto si può fare meglio, ad esempio con i giovani. In fondo, le due sorprese più liete sono Zanoli ed Amione. Due ventenni. E non sono neanche nostri.



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