La Sampdoria è in piena crisi, tutti se la prendono con Giampaolo. Ma chi l’ha scelto? Marco Lanna a parte dove è la dirigenza blucerchiata?
Per i tifosi della Sampdoria oggi è tutto tranne che la domenica della resurrezione. Una Pasqua molto amara per chi, come sempre, ha colorato, scaldato e regalato note d’amore per i colori blucerchiati. Che dire? Possiamo stare qui a spartire colpe, possiamo accusare e trovare un capro espiatorio senza però ottenere granché, senza risolvere alcun problema.
È vero, chi commenta, scrive e parla di calcio pubblicamente non commette alcun reato nel farlo ma, in questo caso soprattutto, si rischia di sprecare fiato ed energia davvero inutilmente.
Eppure c’è chi dovrebbe fare qualcosa, prestare il proprio volto nel giochino del “di chi è la colpa”. Ad oggi conosciamo una sola voce, una sola faccia. Quella di Marco Lanna che da fine dicembre mette impegno, energia, tempo e idee per ricompattare un ambiente lasciato da Massimo Ferrero, costretto prima al carcere e poi agli arresti domiciliari, in una situazione che definire catastrofica risulta quasi un eufemismo.
Cosa possiamo chiedere di più all’ex difensore dello scudetto? A volte si ha quasi la sensazione che lotti contro i mulini a vento. Le quindicimila presenze al Ferraris nella gara contro la Salernitana sono il risultato positivo del suo lavoro, mentre per quanto concerne il campo, non possiamo pensare e credere che l’attuale presidente abbia pieno potere decisionale. Non è un presidente proprietario, prima ce lo mettiamo in testa e meno colpe inutili riusciremo a caricargli sulla schiena.
Le colpe le possiamo attribuire e dividere in parti uguali tenendo fuori solo lui, Marco Lanna, e la tifoseria della Sampdoria. Gli unici che hanno provato a remare dalla stessa parte ingoiando bocconi amari, molto amari.
Ora però è arrivato il momento che ognuno si assuma le proprie responsabilità. Giocatori, allenatore, dirigenti, nel rispetto di chi di Sampdoria vive.
Stiamo assistendo a spettacoli vergognosi che non si possono giustificare. Una squadra senza anima, senza grinta, costruita male (è vero ma a luglio non ci possiamo tornare) ma che non può avere alibi alle prestazioni a cui ci ha abituati.
Un allenatore in confusione che ha avuto il coraggio di definire la gara di Bologna come una partita equilibrata, dimenticando le differenti motivazioni che avrebbero dovuto indirizzare l’ago della bilancia a favore dei blucerchiati. Un passo indietro e un cambio di marcia dovrebbe farli anche lui.
In Casa Sampdoria parla solo Marco Lanna e gli altri dirigenti?
Sampdoria, ma qualcuno oltre a Marco Lanna ci mette la faccia?
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Ma arriviamo alla parte che mi preme di più. Chi ha costruito questa squadra? Chi ha scelto Marco Giampaolo per sostituire Roberto D’Aversa? Che fine hanno fatto Carlo Osti, Antonio Romei? Daniele Faggiano, dopo il reintegro di Osti che ruolo ha e che potere esercita?
Capisco che a tanti tifosi poco interessi delle figure apparentemente ed erroneamente definite marginali, ma chi ha contribuito a questa catastrofe non deve, nella maniera più assoluta, e soprattutto in un momento così delicato, defilarsi.
È giusto, e accade in ogni società che si rispetti, avere dei punti di riferimento. E’ giusto e normale che davanti ai microfoni, a fare da scudo a questi disastri, non ci finisca sempre e solo Marco Lanna.
Serviva un ritiro già dopo Udine probabilmente, perché nessuno pensi che i problemi della Sampdoria siano iniziati al fischio finale di Samp-Salernitana.
La partita di Bergamo, come se fosse normale e giustificato subire una sconfitta simile in quel contesto, la partita di Udine, anche in questo caso da tanti fatta passare meno grave di quanto non fosse; le “sfortune” preoccupanti di questa squadra hanno radici profonde alle quali bisogna, e sottolineo bisogna, porre rimedio, ciò che non è stato fatto ieri, va fatto oggi.
Ormai i rami non si possono tagliare, non c’è modo e non c’è tempo, oggi si deve trovare la maniera di far cadere dall’albero meno frutti possibili. Al resto penseremo a tempo debito, cercando di aprire gli occhi, una volta per tutte. Nel frattempo attendiamo. Prestazioni decenti, scuse e soprattuto ammissioni di colpa da parte di chi ne ha, e non poche.