L’arbitro Livio Marinelli racconta il retroscena del suo errore in Reggiana-Sampdoria, in cui a farne le spese è stato M’Baye Niang
Sbagliare è umano. E ci sta che sbaglino anche gli arbitri. Anche se certi errori possono costare cari, possono incidere in modo determinante sull’andamento di una partita o di un campionato. Così è stato in quel Reggiana-Sampdoria del marzo 2025, quando al Mapei Stadium è andato in scena uno scontro diretto importantissimo tra le formazioni di William Viali e di Leonardo Semplici. Entrambe impegnate per evitare la retrocessione.
La Sampdoria era in svantaggio per 2-0, M’Baye Niang ha segnato il momentaneo 2-1 ma dopo due minuti è stato espulso. L’arbitro era Livio Marinelli della sezione di Tivoli, che ha commesso in quell’occasione un errore evidente, soprattutto rivedendo le immagini, ma impossibile da correggere. Perché si trattava di doppio giallo, dunque un tipo di sanzione su cui il Var non può intervenire. E a distanza di sette mesi ancora quell’errore è rimasto impresso al direttore di gara, come ha raccontato a Cronache di Spogliatoio:
L’anno scorso ho ammonito un giocatore per la seconda volta anche se non c’era stato contatto. La dinamica live dal campo lasciava intuire altro e non c’erano dubbi, anche vedendo come avevano reagito i calciatori. Io ho proseguito la gara convinto di aver fatto bene. Poi a fine partita, parlando con il diretto interessato che si era venuto a confrontare con grande serenità, ho scoperto che purtroppo non c’era stato contatto
Sampdoria, Marinelli e il rosso a Niang con la Reggiana: “Sbagliai a espellerlo. Poi ci siamo chiariti a fine partita”
Sampdoria, Livio Marinelli chiede scusa a M’Baye Niang…
Marinelli non nomina mai Niang, né la partita, che poi è finita 2-2 con la Sampdoria che ha pareggiato con Remi Oudin. E chissà come sarebbe finita se i blucerchiati fossero rimasti in parità numerica. Il pareggio è servito a poco, ma quei due punti in più avrebbero potuto fare la differenza. Ma il fischietto di Tivoli si riferisce chiaramente a quell’errore. Che, come altri, resta fortemente impresso nella mente di un arbitro. Ed è difficile archiviare e ripartire, come racconta ancora Marinelli:
È sempre un dispiacere sbagliare perché noi entriamo in campo per prestare un servizio alla gara. Dopo un errore hai bisogno di 24-48 ore per riprenderti. Bisogna entrare nell’ottica di accettare e convivere con l’errore. Fare questo step il prima possibile è fondamentale