L’eventuale retrocessione in Serie C non cambia i piani di Manfredi e Joseph Tey per la Sampdoria: nessun rischio che il progetto finisca
Con la Serie C il progetto Sampdoria è a rischio? A questa domanda aveva riposto, lo scorso 9 gennaio, il presidente blucerchiato Matteo Manfredi. No, nessun rischio: anche con la retrocessione il piano di risalita prosegue, anche se con uno step in più da fare e con l’onta di aver contribuito a fare la storia in negativo:
Anche in caso di Serie C il progetto della proprietà va avanti. In C cambiano i diritti tv e mutano i contratti dei calciatori. Ma, ripeto, serve stabilità e la avremo pure in C.
Parole che sembravano dipingere uno scenario lontano che, con il passare delle partite, sta diventando sempre pù reale e spaventoso. La retrocessione non impatterebbe sull’accordo di ristrutturazione del debito raggiunto nell’ottobre del 2023 con il Tribunale di Genova.
Sampdoria, come funziona il piano di rientro di Manfredi: Tey a quota 100 milioni entro fine anno
Sampdoria, la Serie C è un rischio: ma i piani di Matteo Manfredi e Joseph Tey non cambiano. La strategia
I motivi sono spiegati dal Secolo XIX. Non è, infatti, il risultato sportivo a determinare il piano, ma il rispetto degli impegni presi con i creditori. In sostanza: finché i debiti vengono pagati non c’è problema. E con i soldi di Joseph Tey, finora, è sempre successo.
Nel piano non era stata presa in considerazione la retrocessione, ma qualcosa è cambiato. Nel 2023 si prevedeva un investimento di 40 miioni tramite il Poc, a cui si aggungevano 20 milioni opzionali. Il club sarebbe dovuto andare avanti in modo autosufficiente, ma già dall’estate, l’arrivo dei soci di Singapore ha coperto i costi aggiuntivi, con un investimento che a giugno avrà raggiunto i 100 milioni.