La protesta Ultras dei tifosi Sampdoria è servita. Negli stadi meno spettatori di quelli accreditati. E anche davanti alla televisione ascolti in calo per la Serie A
Hanno vinto gli Ultras e chi crede ancora in un codice del tifoso. Si perché quelli di Inter e Milan per esempio di rispettare il “O tutti o nessuno” non sono assolutamente interessati. A quelli della Sampdoria e di altre tifoserie invece si. O forse è solo colpa delle vacanze. Una cosa è certa: la voglia di tornare allo stadio non era poi così tanta, in Italia. Nel giorno del ritorno dei tifosi negli stadi di Serie A, più di 60 mila biglietti sono rimasti invenduti, il 37 per cento di quelli acquistabili. Questi i dati forniti dal quotidiano La Repubblica.
Nessuno stadio quindi è stato preso d’assalto: nemmeno un sold out. Circa 8 mila posti vuoti a San Siro, più di 5 mila sia all’Olimpico che al Maradona, a Torino per Toro-Atalanta sono stati quasi 10 mila i seggiolini che nessuno ha occupato. E a Genova, dove la protesta da parte del tifo organizzato circa la metà dei biglietti disponibili è stata invenduta e circa la metà è stata comunque acquistata dai tifosi del Milan provenienti da Milano e dalle due riviere.
Hanno vinto i tifosi, quelli che credono che gli stadi vadano riaperti totalmente per dare libero sfogo al vero tifo. Sicuramente il calo di spettatori però va ricercato anche in altri fattori. Secondo La Repubblica in primis “i tifosi si sono disabituati all’esperienza dello stadio: un anno e mezzo di porte chiuse ha imposto un distacco difficile da recuperare. Pesa anche la diffidenza verso gli eventi di “massa”, nonostante i distanziamenti e la disposizione a scacchiera, poco rispettata sugli spalti. Le code ai controlli hanno dimostrato poi che il problema, semmai, è fuori”.
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Negli stadi, come sottolinea ancora il quotidiano, c’è la scomparsa degli steward. Un problema causa Covid per le società per cui è diventato complicatissimo reperire ragazzi e ragazze formati (i corsi sono stati so-spesi) cui affidare la sicurezza dentro gli impianti. Sempre secondo l’inchiesta di La Repubblica “fonti dirette dicono che, rispetto ai 10-12 mila steward in servizio nel 2019, oggi ne sono spariti il 60%.
“Il mancato raggiungimento dei numeri di addetti, nelle giornate con varie contemporaneità, comporterebbe il rischio di non poter aprire alcuni impianti sportivi, parzialmente o completamente”, avvertiva già a marzo un gruppo di addetti alla sicurezza negli stadi in una lettera all’Osservatorio del Ministero dell’Interno e a Figc e Lega di Serie A. Ma la questione non è stata affrontata.
“Nella prima giornata c’è chi si è fatto il giro d’Italia in pullman: Napoli-Milano-Udine-Genova-Napoli per 120 euro. Una specie di caporalato degli stadi: 45 euro al giorno solo per i più fortunati, che poi, finita l’epoca dei voucher, devono pagare le tasse. I club si stanno rivolgendo a volontari – ad esempio carabinieri in pensione – almeno per il controllo dei green pass. Altra accortezza: differenziare i controlli per ridurre le file, e convincere qualche tifoso a tornare…”.
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