Sampdoria, gli Ultras Tito Cucchiaroni prendono la parola su quanto accade in Serie Bkt, prendendo le difese dei tifosi, uniche vere vittime del caos e del sistema
La Sampdoria sta vivendo il momento più difficile della sua storia. Solo due settimane fa, martedì 13 maggio, è retrocessa per la prima volta in C dopo quasi 79 anni di vita e ancora non sa se ripartirà da lì oppure dalla Serie Bkt. Perché c’è un caos che si è abbattuto sulla cadetteria, conseguente alle irregolarità del Brescia, che ha rimesso tutto in discussione. Incertezza e dramma sportivo si mischiano, con la società e la tifoseria sampdoriana che ora sono pure vittime di attacchi mediatici, che le vedono le favorite del “palazzo”, coloro che si sta facendo di tutto per tenere in Serie Bkt.
A questo proposito, sono intervenuti gli Ultras Tito Cucchiaroni, con una nota firmata esclusivamente da loro e non dal collettivo dei gruppi organizzati de La Sud, per manifestare il loro pensiero. Hanno cominciato proprio dai presunti favoritismi da parte della giustizia, sportiva e ordinaria, e degli organi federali:
Siamo quelli che vivono la Sampdoria in maniera viscerale, passionale e scevra da qualsiasi tipo di interesse personale. Mai abbiamo richiesto né preteso, corsie preferenziali di nessun genere, anzi. Giustizia, quella che spesso ci ha colpito duramente a livello personale, ma a cui in fondo (pensate che scemi che siamo) crediamo: di fronte ad essa tutti uguali e pronti a pagare sulla propria pelle. La vita è nostra e ci facciamo quello che vogliamo
Gli Utc non hanno mai chiesto favori, non si sono mai sentiti specie protetta o atteggiati da tale. Anzi, spesso hanno condotto battaglie contro varie decisioni da parte di chi governa il calcio. Quegli stessi governanti che ora sono accusati di tramare un piano per salvare la Sampdoria d’ufficio:
Anni e anni di battaglie contro i palazzi del potere (usiamo volontariamente il plurale), contro il “calcio moderno”, contro chi sta distruggendo le emozioni proprie di chi identifica, nella propria squadra del cuore, un sentimento di unione, amicizia, un respiro di libertà nell’affanno di questo mondo sempre più asettico e spietato. Anni e anni di battaglie, rotture di palle, sacrifici, partite disertate (e non a cuor leggero credeteci)
Sampdoria, Ultras Tito Cucchiaroni: “Niente potrà cancellare la cicatrice della retrocessione. Caos Serie Bkt: a rimetterci sono sempre i tifosi”
Sampdoria, la nota degli Ultras Tito Cucchiaroni: caos Serie Bkt, a rimetterci sono sempre i tifosi
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La verità è che, per gli Ultras Tito Cucchiaroni, niente potrà cancellare l’onta e il dramma della prima storica retrocessione della Sampdoria in Serie C. Anche un eventuale playout vinto non potrà sanare una cicatrice come quella di Castellammare di Stabia:
Avevamo promesso di essere sinceri: la nostra squadra si è meritata la Serie C e non saremo certo noi gli ipocriti che sperano o godono in una “diminuzione della pena” a discapito di un’altra squadra. Avremmo voluto salvarci spaccando la rete a Catanzaro, a Carrara o a Castellammare, magari proprio sotto quel settore ospiti rigonfio di speranza, ansia e dolore. Cosi non è stato e la data del 13 maggio 2025, a prescindere da come andrà a finire questa surreale storia, che vede coinvolte la Sampdoria insieme ad altre 3 squadre (e, purtroppo, i suoi tifosi), resterà scolpita sulla nostra pelle peggio di una cicatrice
Perché, alla fine, i primi che soffrono e che pagano sono i tifosi. Quelli che amano in modo totale la squadra e che sono disposti a tutto per lei. Gli Ultras Tito Cucchiaroni non pensano solo a quelli della Sampdoria. Perché sanno bene cosa significhi vivere nell’incertezza e nei disagi causati dalle decisioni di chi governa il calcio. Quindi empatizzano anche con chi sostiene Frosinone, Salernitana e Brescia, in un momento di totale indecisione. Chi ci rimette, a prescindere da tutto, sono i tifosi:
A proposito di tifosi, a rimetterci sono sempre loro. A prescindere dai colori, da quale sciarpa ci si metta al collo, è il tifoso a ritrovarsi penalizzato: orari delle partite, prezzi dei biglietti, decisioni su quando giocare, società in fallimento, presidenti/dirigenti che fanno le peggio cose (noi ne sappiamo qualcosa), divieti su divieti, e tante altre cose che forse sapete meglio di noi. Questo non è vivere lo stadio. Questo non è calcio. Frasi da noi già dette? Sì. Lo ripetiamo? Ci potete giurare