Sampdoria, Lotito e Galliani contro l’ingresso nei club professionistici dei tifosi: firmato l’emendamento che chiede l’abrogazione della norma in vigore
I tifosi al centro dei club professionistici? C’è chi dice no. In alcune realtà in Europa è già realtà, peraltro consolidata, come ad esempio per l’Union Berlin in Germania. Mentre in Italia potrebbe non essere più consentito. Sì perché, in verità, l’idea di consentire agli appassionati supporters di prendere parte ai processi decisionali delle loro squadre del cuore è già stata messa nero su bianco, come riporta Calcio e Finanza.
Risale al 2019 una norma, contenuta in un emendamento al Disegno di Legge delega Sport del relatore Daniele Belotti, che consentirebbe l’ingresso di un gruppo di tifosi all’interno degli organi del club, in numero limitato e con carica elettiva, su votazione da parte degli affiliati alla società con gli abbonamenti. Ma l‘entrata in vigore ha subito diversi rinvii. L’ultimo risale al Decreto Milleproroghe, che l’aveva rimandato al 1° luglio 2024. Ma gli ultimi sviluppi sembrano opporsi ancora, soprattutto nelle persone di Claudio Lotito e Adriano Galliani.
No ai tifosi nei club: Galliani e Lotito firmano un contro emendamento
Sampdoria, ingresso tifosi nei club: Lotito e Galliani si oppongono. Lo scenario
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Infatti, riporta ancora Calcio e Finanza, sembra che il presidente della Lazio e l’amministratore delegato del Monza, entrambi senatori di Forza Italia, abbiano chiesto l’abrogazione di questo emendamento con un altro emendamento all’interno del DL Olimpiadi, al momento in esame alla Commissione Ambiente del Senato.
La motivazione sarebbe che i due ritengono che sia “impensabile avere i tifosi all’interno del Consiglio di amministrazione“, con possibili criticità nei confronti delle competenze dei singoli organi, nonché delle notizie Price sensitive. Si profila un passo indietro sulla possibilità di dare spazio ai supporters dei club professionistici, come la Sampdoria o altri, all’interno dell’organigramma societario, a garanzia di appartenenza e per portare anche il parere popolare dentro le questioni più dirimenti.
Una soluzione, una possibilità che già avrebbe potuto entrare in vigore, rinviata per anni e ora a rischio di essere eliminata. Attualmente resta questa norma, risalente esattamente a 3 anni fa, il comma 7 dell’articolo 13 del decreto legislativo 28 febbraio 2021 n. 36, che recita:
Negli atti costitutivi delle società sportive professionistiche è prevista la costituzione di un organo consultivo che provvede, con pareri obbligatori ma non vincolanti, alla tutela degli interessi specifici dei tifosi. L’organo è formato da non meno di tre e non più di cinque membri, eletti ogni tre anni dagli abbonati alla società sportiva, con sistema elettronico, secondo le disposizioni di un apposito regolamento approvato dal consiglio di amministrazione della stessa società, che deve stabilire regole in materia di riservatezza e indicare le cause di ineleggibilità e di decadenza, tra le quali, in ogni caso, l’emissione nei confronti del tifoso di uno dei provvedimenti previsti dall’articolo 6 della legge 13 dicembre 1989, n. 401 (Daspo, ndr), o dal codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, ovvero di un provvedimento di condanna, anche con sentenza non definitiva, per reati commessi in occasione o a causa di manifestazioni sportive