Sampdoria, il calcio dei De Zerbi e il calcio dei Ranieri. La puntina di Massimiliano Lussana per ClubDoria46. Un appuntamento ormai fisso…
Quella di oggi è una storia di filosofia calcistica, fondamentalmente.
Credo che Sampdoria-Sassuolo e Sassuolo-Sampdoria siano state due fra le partite più belle dell’anno blucerchiato.
Ha vinto tutte e due le volte la formazione emiliana: al Ferraris ci poteva stare benissimo anche il pareggio, se non addirittura la vittoria della Samp.
A Reggio Emilia, invece, il Sassuolo ha dominato e, tranne gli ultimissimi minuti più il recupero (e le due occasioni nel primo tempo), la squadra di De Zerbi ha assediato la porta blucerchiata per la stragrande durata della partita.
I dati statistici sono impressionanti, ve ne cito solo alcuni: possesso palla 66 a 34 per il Sassuolo; tiri in porta 8 a 3 per gli emiliani; passaggi riusciti 647 a 289; passaggi nella tre quarti avversaria 156 a 67.
Ma, soprattutto, io sono contento perchè ho visto giocare a calcio: una Sampdoria, remissiva ma non pessima, e un Sassuolo straordinario, capace di alternare tiki-taka e verticalizzazioni.
Di Ranieri ho parlato a lungo in queste settimane ed ho spiegato perchè credo che sia meglio che la sua strada e quella della Sampdoria si dividano, prima possibile, dopo averlo ringraziato per quel che ha fatto lo scorso anno.
La Sampdoria, con questa presidenza, se domani arriva Paperon de Paperoni ne parleremo, deve garantire la serie A, creare plusvalenze con i giocatori che vanno in campo e, se possibile, far vedere del bel gioco.
Anche perchè quando sostituisci chi garantisce il gioco con quelli che, teoricamente, dovrebbero garantire i punti, solitamente va male: D’Aversa, a mio parere il peggiore allenatore della serie A di quest’anno, ha una media punti che si sta avvicinando alla metà di quella di Liverani, nonostante una campagna di gennaio importante; Beppe Iachini, prima e seconda versione, non ha ancora levato dalle secche una squadra come la Fiorentina che ha una rosa impressionante.
Il monte ingaggi di Sampdoria (15esimo con 34 milioni) e Sassuolo (13esimo con 35 milioni) è molto simile, con la squadra neroverde un filo più in alto, ma la straordinaria capacità di lanciare in continuazione giovani: quest’anno il gioiellino si chiama Raspadori.
Scommettiamo su Dionisi? Un allenatore come Sarri…

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Tutto questo crea plusvalenze e permette allo straordinario scouting del Sassuolo di andare a cercare altri gioiellini in giro per l’Italia, a volte anche prendendoli dagli scarti blucerchiati, ultimi della serie Gregoire Defrel e Gian Marco Ferrari, titolari contro di noi.
Tutto questo ha un nome e un cognome: Roberto De Zerbi.
Che ha fatto innamorare chi, come me, ama un certo tipo di calcio: il calcio di Zdnek Zeman o quest’anno, si parva licet, di Alessio Dionisi in serie B.
Conosco già l’obiezione: Zeman non ha vinto.
E ho sentito nelle puntate di Pierluigi Pardo su Repubblica.it la splendida risposta del boemo: “In serie A, oggi, al massimo quelli che hanno vinto qualcosa sono solo tre o quattro. Ma voi dite solo a me che non ho vinto. La mia più grande gioia era, quando perdevo, uscire fra gli applausi dei tifosi”.
In quella puntata si parla anche di Marcelo Bielsa, riproponendo il suo splendido dopopartita in cui, dopo un torto arbitrale subito, motivava i suoi spiegando loro la forza della Bellezza anche nel calcio.
El Loco, quello che fece sedere i suoi giocatori per far segnare gli avversari dopo un vantaggio immeritato e da annullare.
El Loco, quello consigliato alla Sampdoria da Antonio Cassano che ha tanti difetti, ma ne capisce di calcio, tanto da essere stato quello che ha consigliato Claudio Ranieri quando la sciagurata gestione di Di Francesco stava facendo precipitare la Samp in B.
Ecco, io credo che anche la partita di questa sera abbia raccontato questo.
Che i Ranieri non sono scarsi, ma che sono perfetti per quello che in genovese si chiama “maniman”, non si sa mai che retrocediamo, senza di lui.
Ma che per guardare oltre, per sognare, per avere di più – anche rischiando il flop, certo – servono i De Zerbi.
E credo che la storia che racconteremo nelle prossime settimane sarà questa, quella della scelta di campo fra due modi di intendere il calcio.
Ricordo quando Maurizio Sarri era all’Empoli e io lo invocavo per la Sampdoria, in studio con Maurizio Michieli, altri, anche carissimi amici, proponevano per la Sampdoria un profilo come quello di Iachini, “l’usato sicuro”, dove peraltro l’unica sicurezza o quasi pare quella di retrocessione o esonero, salvo qualche stagione positiva, una proprio a Sassuolo.
Poi si è visto cosa ha fatto Sarri al Napoli e come ha fatto lievitare il valore di quella rosa, oltre a fare innamorare una città.
Ecco, allo stesso modo, dopo aver parlato di Dionisi, mi hanno parlato di “scommessa pericolosa”.
E probabilmente sarà pure lui il prossimo allenatore del Napoli.
Ecco, a me piacerebbe fare scommesse pericolose.
A me piacerebbe sognare.