Con la retrocessione in Serie C è tutto da rifare per la Sampdoria: dalla rosa all’assetto societario, che deve cambiare
Il 2025/26 sarà l’anno zero della Sampdoria. L’anno in cui rifondare dalle macerie di una retrocessione in Serie C inattesa. La prim della storia che chiude un anno da incubo, in cui sono scese di categoria anche la Primavera e le Women. Un “triplete” che testimonia il totale fallimento sportivo della gestione di Matteo Manfredi.
La Gazzetta dello Sport si interroga su quale sarà il futuro della società blucerchiata. Ci sarà, certamente, un taglio al monte ingaggi:
La Serie C, con il suo salary cap, imporrà ad esempio un drastico taglio del monte ingaggi, che nella stagione appena conclusa aveva messo la Samp ai vertici della Serie B, con oltre venti milioni complessivi.
Il primo punto, però, sarà la dirigenza: come pensa di riorganizzarsi la Sampdoria? Vanno cambiate le figure apicali che hanno messo la loro firma sull’anno peggiore di 79 anni di storia. Si potrà, però, ripartire da Andrea Mancini:
Dovrà cambiare quelle figure vicino ai ruoli apicali della società che hanno contribuito pesantemente, per inesperienza e presunzione, ad annientare in poco tempo un patrimonio storico del calcio italiano. Accardi è stato esonerato (ma resta a bilancio il suo onerosissimo triennale) e Andrea Mancini può essere il direttore sportivo da cui ripartire.
Serve una figura forte nello spogliatoio per ripartire subito. Incredibilmente la Sampdoria è, ora, la quarta forza ligure dietro il Genoa (Serie A), Spezia e Virtus Entella (Serie B). Un’onta, una vergogna da cancellare il prima possibile.
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Sarà rivoluzione:
Giocatori come Cragno, Bereszynski, Borini, Niang, Perisan e Yepes vanno in scadenza e saluteranno. Idem per molti prestiti – Oudin, Beruatto, Sibilli, Veroli -, mentre ci sono situazioni – gli obblighi di riscatto per Ghidotti Bellemo e Ioannou, ad esempio – che dovranno essere analizzate a mente fredda.
Cosa fare con Massimo Coda e Gennaro Tutino?
Coda ha ancora un anno di contratto, ma verrà difficilmente riproposto, perché considerato ra gli innesti meno felici, anche se il suo ingaggio rappresenta un ostacolo ad un’ eventuale partenza. La Samp potrebbe invece ripartire in campo da Tutino, sfortunatissimo in questa stagione – è finito nuovamente sotto i ferri nei giorni scorsi -, ma che al di là del maxi ingaggio pluriennale, vicino al milione, possiede le caratteristiche per diventare il simbolo della rinascita.
La cosa più importante, tuttavia, sarà la liquidità. Le garanzie ci sono, anche se si dovrà fare i conti con un calo dei diritti tv e di diversi introiti:
Servirà nuova liquidità, che dovrebbe essere garantita – così assicurano a Bogliasco – ancora una volta dall’investitore asiatico che sin qui ha immesso in due anni nelle casse doriane oltre cento milioni. E che, a breve, avrebbe promesso nuovi aiuti, anche se gli scenari della C- con il drastico calo di diritti televisivi e sponsorizzazioni – mette paura. Non solo: la Samp ha chiuso il 2024 con un bilancio in rosso di oltre 40 milioni. Sul piano di ristrutturazione aziendale, che prevedeva la A in due anni, la Samp garantisce che salderà gli impegni con i creditori.