Alessio Dionisi il prescelto di Ferrero per la panchina della Sampdoria: il tecnico dell’Empoli ha il dogma del 4-3-1-2 e ricorda Giampaolo
Nonostante le voci su Patrick Vieira, rimane Alessio Dionisi la primissima scelta di Massimo Ferrero. L’attuale tecnico dell’Empoli è reduce da una grande stagione in Serie B, conclusa con la meritata vittoria del campionato. La sua carriera da tecnico, iniziata nel 2014, parte da lontano, dall’Olginatese, dove passò dall’essere calciatore alla panchina:
Onestamente all’inizio allenare i propri compagni di squadra non è stato facile. Poi sono ripartito allenando il Borgosesia e da lì ho iniziato davvero la gavetta. Sono andato al Fiorenzuola e all’Imolese, infine un’esperienza bellissima a Venezia e poi l’Empoli.
In Toscana i risultati del lavoro si sono visti. In quest’intervista di qualche tempo fa Dionisi ammette di lavorare quasi 24 ore al giorno per far rendere al meglio le proprie squadre:
Inizio al campo alle 8.30 e finisco alle sera verso le 21. Fare l’allenatore non è solo mettere la squadra in campo, ma è anche studiare gli avversari, confrontarsi con lo staff, avere un rapporto stretto con il medico, parlare a lungo con i ragazzi, fare gruppo, prestare attenzione ai magnifici tifosi che seguono gli allenamenti.
Dionisi, il rombo e lo orme di Giampaolo, Sarri e Spalletti
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Il calcio di Dionisi, basato sul dogma del 4-3-1-2 ricorda, in parte, quello di Marco Giampaolo, altro tecnico passato dall’Empoli alla Sampdoria. Il giovane allenatore è con i piedi per terra e, anzi, ricorda di cosa gli parlavano i primi giorni in Toscana:
Appena arrivato a Empoli tutti mi parlavano dei miei predecessori: Spalletti, Sarri, Giampaolo e mi tremavano le gambe li stimo tanto, non li conosco, ma non mi paragonerò mai a loro. Italiano? Lui è sempre salito vincendo i playoff, io ho avuto meriti e fortuna. Sono i giocatori che fanno la fortuna degli allenatori.
Fabrizio Corsi fatica molto a liberarlo. Con l’Empoli ha costruito una squadra che gioca a calcio e perde pochissimi (appena tre sconfitte). Il suo 4-3-1-2 ha funzionato benissimo e ha esaltato le qualità dei singoli:
I risultati colpiscono, ma bisogna anche guardare oltre. Non ho mai avuto squadre costruite per vincere. Quando sono arrivato a Empoli c’erano i giocatori adatti per il 4-3-1-2, penso che la società abbia scelto un allenatore che giocava così.
Forse, anche per questo, Ferrero punta molto su di lui. Il modello Giampaolo ha funzionato a Genova e riproporlo su base triennale con un tecnico emergente potrebbe essere la soluzione migliore.