Una lunga intervista a Manolo Gabbiadini, il primo giocatore della Sampdoria a risultare positivo al tampone per il Coronavirus
Manolo Gabbiadini è stato il primo calciatore della Sampdoria a risultare positivo al Coronavirus e il secondo della Serie A dopo Rugani. Nel corso di un’intervista per La Gazzetta dello Sport, Manolo racconta di come ha vissuto i giorni che lo hanno portato a chiedere il tampone e come sta affrontando la quarantena: “Ho sentito un po’ di febbre il martedì. Il mattino dopo non mi sentivo caldo, ma mi girava la testa. Ho provato la febbre e avevo 37,5. Ho chiamato Baldari per fare il tampone, su suggerimento di mia moglie, e il giorno dopo mi ha detto che ero positivo. Non avevo già i sintomi. Non ci potevo credere”.
L’epidemia ha fatto riflettere Gabbiadini: “Credo che tutti abbiamo sottovalutato il problema. Io il giorno dopo già non avevo sintomi, senza il tampone avrei potuto infettare chiunque. Per questo abbiamo un solo modo per vincere la battaglia: stare a casa e rispettare le direttive. Io rimango a casa, faccio qualche esercizio solo per la schiena. Non dobbiamo sottovalutare nulla”.
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Manolo è molto legato a Bergamo, essendo nato a Bolgari, in provincia della città più colpita dall’epidemia: “Sono preoccupato per tutti i bergamaschi. I miei genitori sono lì, non escono di casa. Non li vedo da un mese, ma ogni giorno penso al personale ospedaliero. La situazione è pericolosa”.
L’emergenza Coronavirus ha creato molti dibattiti nel mondo del calcio, tra partite a porte chiuse e una sospensione tardiva: “Con il senno di poi Tommasi aveva ragione a voler stoppare il campionato. L’ultima partita in casa con il Verona è stata brutta. Per fortuna abbiamo vinto, ma abbiamo dovuto cercare la concentrazione nel silenzio”.
Proprio Sampdoria-Verona è stata in dubbio fino alla fine: “Eravamo in hotel durante Parma-Spal e abbiamo ipotizzato che non avremmo giocato”.
Non è tempo di pensare alla ripresa del campionato: “Ci vorrà un po’ di tempo per tornare e vincere la battaglia. Dopo riprenderemo e sarà bellissimo, ma prima il virus. Noi ci stiamo confermando una famiglia: ci sentiamo tutti i giorni e sappiamo che quando riprenderemo ci sarà una salvezza da conquistare”.
Manolo chiude la lunga intervista con un messaggio di speranza: “Quando tutto finirà ci godremo meglio la nostra bellissima Italia. Ci sono situazioni che ci fanno scoprire più uniti di prima. Dobbiamo rispettare le direttive per noi, ma soprattutto per i medici. Il loro sacrificio deve essere ripagato”.